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Le rotazioni di Inzaghi
—Invece Simone Inzaghi, preso atto con la beffa di Bologna della flessione atletica dei titolari spossati dal calendario e dallo stakanovismo figlio degli infortuni diffusi, ha pensato al dosaggio delle energie in vista di campionato e Champions: ha risparmiato Acerbi, Çalhanoglu, Pavard e Sommer, con Arnautovic in panchina per il mal di schiena. Il trasformismo non ha funzionato: Taremi, vinto il ballottaggio con Correa per fare la controfigura dell’assente Thuram, non ha sfruttato l’occasione, come del resto Asllani, regista col compasso arrugginito. «La stanchezza non può diventare un alibi, anche se abbiamo avuto un calendario più fitto di altre squadre», dirà il tecnico nerazzurro.
Nerazzurri senza vittorie nei derby
—La prevalenza interista nel primo tempo si è rivelata virtuale. Qualche buco del Milan in copertura è stato perdonato dai due tiratori più rinomati: Dimarco ha scaricato il sinistro sulla traversa e Lautaro l’ha fatta sorvolare al pallone con una zampata distratta, su sponda di Taremi. Ben più concreto, Jovic ha incarnato con l’1-0 nell’unico tiro in porta della sua squadra lo spirito umile di un gruppo votato alla concentrazione e non ai ricami.
La ripresa si è aperta con la disattenzione che ha permesso a Jovic il 2-0 nell’area piccola e che ha indotto Inzaghi al vano rimescolamento, con Çalhanoglu, Frattesi, Arnautovic e Zalewski in campo. Maignan ha dovuto sfoggiare un solo balzo, su colpo di testa di De Vrij, e Reijnders ha infilzato Martinez. Così l’Inter, delle 5 inflazionate sfide col Milan in quest’annata, ne ha perse 3 e nessuna l’ha vinta. Il Barça di Yamal ha osservato con attenzione”, si legge.
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