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Muro Inter in Champions, difesa d’acciaio. Nessuno come i nerazzurri, ora tocca a Martinez

Muro Inter in Champions, difesa d’acciaio. Nessuno come i nerazzurri, ora tocca a Martinez - immagine 1
L'Inter si prepara per la sfida di domani sera a Rotterdam con il Feyenoord. Debutto europeo per il portiere spagnolo
Andrea Della Sala Redattore 

Dopo il pareggio di Napoli, l'Inter si concentra sulla Champions League. Domani sera la squadra di Inzaghi scenderà in campo a Rotterdam con il Feyenoord per l'andata degli ottavi di finale di Champions League.

"L’Inter d’Europa non prende (quasi) mai gol, e anche quando lo prende concede pochissimo. Da qui ripartirà Simone Inzaghi per l’assalto alla coppa più bella, perché guardare quei movimenti di Bastoni e compagni nelle notti di Champions, così armoniosi e carichi di tensione al punto giusto, per l’allenatore nerazzurro è un po’ come rivedere il film dell’ultimo scudetto. Quell’Inter stritolava le avversarie prima di tutto soffocandole nella morsa della sua fase difensiva perfetta, poi le azzannava a colpi di ThuLa e Calhanoglu; quella di oggi fa lo stesso in Europa: Lautaro, Thuram e Calha hanno creato, la difesa ha conservato. Con numeri da gigante, da qualunque lato la si guardi: un solo gol subìto in 8 partite, che equivale a 7 gare senza incassare reti, nessuno come l’Inter. C’è chi si avvicina ma nessuno riesce a tenere il passo dei nerazzurri. Nemmeno quanto a minuti di imbattibilità: la prima e unica rete subita, in quella notte di dicembre a Leverkusen, arrivò al 90’, ovvero dopo 539 minuti senza reti al passivo dall’inizio della Champions 2024-25", scrive La Gazzetta dello Sport.


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La cosa fa ancora più effetto perché, in questa stagione così intensa, l’Inter che in A concede e soffre molto più di quanto non succedesse l’anno scorso, in Europa viaggia a una velocità decisamente superiore. In fondo anche perché è proprio in Champions che Inzaghi ha cominciato a impastare il cemento per il suo muro. Da quando c’è Simone in panchina, l’Inter ha mantenuto la porta inviolata nel 59,5% delle partite di Champions, ovvero 22 su 37. È il record in percentuale per un allenatore con almeno 30 partite con un club nella competizione: ci risiamo, nessuno ha fatto meglio.

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"Inzaghi ha ritrovato più o meno tutti i pezzi del puzzle. Perché poter scegliere tra Acerbi e De Vrij è un lusso che in pochi possono permettersi, perché Bisseck e Pavard sono entrambi in buonissime condizioni e perché Bastoni non avverte la fatica: per la missione Feyenoord è pronto a tutto, persino a giocare da esterno mancino nel 3-5-2 orfano di Dimarco con cui Inzaghi potrebbe affacciarsi al primo round di Rotterdam. Per quanto l’impatto di Josep Martinez sia stato ottimo talento e personalità andranno pesati in Champions. Per Pepo non sarà un debutto assoluto, ma per fare grandi cose nella grande coppa, serve sì una super difesa ma anche un super portiere", aggiunge il quotidiano.