La cosa fa ancora più effetto perché, in questa stagione così intensa, l’Inter che in A concede e soffre molto più di quanto non succedesse l’anno scorso, in Europa viaggia a una velocità decisamente superiore. In fondo anche perché è proprio in Champions che Inzaghi ha cominciato a impastare il cemento per il suo muro. Da quando c’è Simone in panchina, l’Inter ha mantenuto la porta inviolata nel 59,5% delle partite di Champions, ovvero 22 su 37. È il record in percentuale per un allenatore con almeno 30 partite con un club nella competizione: ci risiamo, nessuno ha fatto meglio.
"Inzaghi ha ritrovato più o meno tutti i pezzi del puzzle. Perché poter scegliere tra Acerbi e De Vrij è un lusso che in pochi possono permettersi, perché Bisseck e Pavard sono entrambi in buonissime condizioni e perché Bastoni non avverte la fatica: per la missione Feyenoord è pronto a tutto, persino a giocare da esterno mancino nel 3-5-2 orfano di Dimarco con cui Inzaghi potrebbe affacciarsi al primo round di Rotterdam. Per quanto l’impatto di Josep Martinez sia stato ottimo talento e personalità andranno pesati in Champions. Per Pepo non sarà un debutto assoluto, ma per fare grandi cose nella grande coppa, serve sì una super difesa ma anche un super portiere", aggiunge il quotidiano.
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