Quattro anni nel calcio sono tanti o pochi? Per Simone Inzaghi all’Inter sono entrambi. In un mondo, come quello del calcio, che divora allenatori e progetti, il tecnico piacentino è riuscito a costruire qualcosa di solido, vincente e soprattutto riconoscibile in Italia e all'estero.

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In quattro anni Inzaghi ha definito un’era all’Inter. Questa squadra ha già lasciato il segno
"Quattro anni sono tuttavia sufficienti a dire che Simone Inzaghi ha definito un’era all’Inter. Per la qualità del gioco proposto, per i trofei vinti e pure per quelli persi, per l’aver fatto più punti di tutti nelle ultime quattro stagioni e per aver fatto più ricco il club con 100 milioni di saldo attivo sul mercato; per tutto questo, insomma, questa squadra, la sua squadra, ha già lasciato il segno", sottolinea il Corriere dello Sport.
"A Istanbul sfidò Pep alla pari pur partendo nettamente sfavorito. Ora il Psg: «Quella partita ci ha lasciato l’esperienza nella preparazione della finale. In 59 partite è solo la terza volta che posso avere disponibili tutti i 23 giocatori della rosa. Cosa dirò ai giocatori? Seguirò il mio cuore. Favoriti, sfavoriti: ogni partita fa storia a sé. In campo non vanno il monte ingaggi o il fatturato, non va la qualità della rosa, ma solo dei giocatori che sanno di essere nella partita più importante. Contro il City giocammo ad armi pari, pur affrontando la squadra migliore al mondo, e avremmo meritato qualcosa in più». In Spagna Luis Alberto ha definito il suo vecchio maestro un allenatore “sottovalutato”.
«Se gli altri ci sottovalutano non lo so, posso dire solo che questo gruppo in quattro anni ha dato tantissimo, vincendo tanto e perdendo, come accade spesso nel calcio, abbiamo sempre messo in campo tutto quello che avevamo, orgogliosi di rappresentare l’Inter. Sognavo di giocare la finale da bambino: come calciatore mi sono fermato ai quarti, grazie a questi ragazzi ne avrò già disputate due da allenatore».
(Corriere dello Sport)
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