La demolizione comincia dal tetto e procede a scendere. Verrebbe rimosso per primo il terzo anello, poi il secondo, poi il primo, in un grande cantiere. Spagnolo fa una stima del tempo necessario per abbattere tre quarti di stadio: «Dai due ai quattro mesi. Noi abbiamo demolito tutto in 15 giorni ma non c’è confronto. San Siro è molto più grande e l’operazione più complessa». La difficoltà, naturalmente, sta anche nella necessità di conservare parte della struttura, il progetto prevede che resti in piedi l’angolo Sud-Est , con parte della tribuna arancio e parte della Curva Sud. La tribuna verrebbe usata per eventi, affiancata da una costruzione moderna con negozi e musei.
"San Siro è stato costruito negli anni Venti, è naturale servano analisi chimiche per valutare la pericolosità di alcune sostanze: «Ai tempi si utilizzavano cromo e solfato. Questo materiale va separato e portato in discariche specializzate. L’amianto? Può esserci nelle coperture che si eliminano nella prima fase, lo strip out». In questa fase, nello smaltimento dei detriti, c’è una parte non trascurabile dei costi. Il calcestruzzo viene ammucchiato, frantumato da macchinari più piccoli e trasportato. Tutto il materiale viene portato in discarica, alcune sostanze in discariche speciali e costose. «Il problema per tutti è trovare le discariche che accettino il materiale perché tutte hanno limiti da non superare», dice Spagnolo e a sentirlo viene un po’ di malinconia", aggiunge Gazzetta.
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