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Scudetto e Champions, Inzaghi all’assalto: “Noi siamo pronti”. Una vocina ad Appiano…

Alessandro Cosattini Redattore 
Simone Inzaghi per la storia. La Gazzetta parla così dell'allenatore nerazzurro e del cammino della squadra in vista del finale di stagione

Simone Inzaghi per la storia. La Gazzetta dello Sport parla così dell'allenatore nerazzurro e del cammino della squadra in vista del finale di stagione:

"Sotto sotto, in un angolino del cervello, l’Inter ci ha sempre creduto, almeno un po’. C’era una vocina tenue che diceva di sperarci ancora, nonostante tutto. Del resto, da 25 anni tondi tondi, Simone Inzaghi (e con lui Antonio Conte) sa bene quali sorpassi spericolati possano arrivare nelle ultime curve scudetto. Che cada il finimondo dal cielo come a Perugia 2000 o capiti una semplice giornata storta ai rivali, come l’anno dopo il 5 di maggio, la sorpresa nel nostro campionato può sempre scapparci. Stavolta, in casa Inter, a lungo il rumore della Champions, fragoroso dopo l’impresa con il Barcellona, ha coperto quella voce speranzosa, poi è arrivata la testata di un difensore messicano del Genoa a cambiare la geografia della Serie A: il pareggio di Vazquez ha acceso i sentimenti interisti, il doppio cammino Italia-Europa è diventato di colpo possibile. E così anche la possibilità per Simone di entrare nella storia del nostro pallone: associare lo scudetto alla Champions è un’impresa rarissima in questi luoghi, appartiene a una ristrettissima élite della panchina. Ora Simone cerca un posticino lassù nel gotha, tra i due padri nerazzurri capaci di vincere in epoche diverse la Coppa più prestigiosa, senza fermarsi al solo tricolore, Helenio Herrera e José Mourinho. In più, affiancherebbe quel Diavolo del Fabio Capello milanista col suo bis a metà anni Novanta.

La scossa

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Il grilletto è comunque ancora ben saldo sul dito del Napoli: il +1 di Conte è la premessa di ogni discorso motivazionale. Ne è consapevole l’Inter, riunitasi in cerchio per guardarsi negli occhi ieri ad Appiano. Però, tutti i nerazzurri, staff e giocatori, sono convinti che esercitare il massimo di pressione sulla capolista possa portare a sorprese. Imprescindibile è vincere domani contro la Lazio a caccia di punti per l’Europa, magari segnando prima possibile: in questo modo, da San Siro la notizia potrebbe viaggiare veloce lungo la via Emilia e brillare nello stadio di Parma. Seminare paura nell’accampamento avversario e poi sperare, ecco il piano. Del resto, il gruppo nerazzurro è cresciuto nella consapevolezza attraversando difficoltà e sofferenza in stagione. All’Inter è servita pure quella settimana maledetta: i sette giorni dal 20 al 27 aprile in cui, spremuta dalle fatiche di Champions, ha buttato alle ortiche la Coppa Italia e si è complicata la corsa in campionato con due sconfitte filate. Eppure, subito dopo, l’Inter ha capito di essere fatta di un granito inscalfibile in apparenza: con questo spirito si approccia alle ultime tre fatiche stagionali, a partire da questa giornata decisiva contro Baroni.

I nerazzurri se lo sono ripetuti negli ultimi giorni in privato e anche ieri, tutti in coro ad Appiano: la compagnia di Inzaghi è pronta, ci crede per davvero perché sa che quest’anno sembra non morire mai. Per conferma, chiedere al Bayern campione di Germania, che pregustava la finale di Champions in casa tra due settimane esatte, e soprattutto al Barcellona campione di Spagna sbranato da quel vecchio leone di Acerbi: è il difensore il simbolo di questa squadra di virtuosi, che sa pure sporcarsi d’olio. Adesso il centrale guida la difesa contro la sua ex squadra assieme agli altri big disponibili, di nuovo in campo dall’inizio. Eccetto Lautaro, che tornerà ad allenarsi con gli altri solo la prossima settimana, saranno convocati per la panchina i tre più acciaccati, Pavard, Micki, Frattesi, in gruppo da oggi.


Gotha

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A Inzaghi resta il compito di canalizzare le energie, solleticare l’appetito, moltiplicarlo per due: comunque finisca, vincere le ultime due di A è il modo migliore per prepararsi a Monaco. È il messaggio di Simone che rigira alla Pinetina da giorni: si va avanti con sorriso spensierato – il peso di vincere ora è altrove –, e convinzione immutata. Il tutto, mentre Inzaghi reclama con merito il suo posto nella storia: il tecnico nerazzurro torna a guardare da vicino la Champions, vinta in nerazzurro solo dal Mago HH (due volte) e Mou. La Grande Inter ha centrato l’accoppiata scudetto + Coppa Campioni solo nel 1965, mentre il Triplete di José del 2010 è leggenda recente. Tra i Milan che hanno ottenuto le sette Champions rossonere, solo quello del 1994 plasmato da Capello è riuscito ad aggiungere anche lo scudetto in Italia. Le due Juve campioni d’Europa, 1985 e 1996, hanno invece fallito il colpo in patria. Niente di strano, il doppio trionfo è complicatissimo, a maggior ragione adesso che l’Inter “dipende” dal Napoli. Eppure, ad Appiano tira vento di speranza, e non è poco", si legge.