"Lo hanno capito i tifosi, che all’uno-due di Sommer hanno esultato come ai gol di Arnautovic e Frattesi, e lo sanno bene ovviamente i compagni di Yann. A fine gara, il ritorno dello svizzero dalla porta verso il cerchio di centrocampo somigliava a un pasillo de honor . Tutti a dargli il cinque e ad abbracciarlo, con capitan Lautaro in prima fila".
A proposito di resistenza, quella di Sommer è stata messa alla prova dalle scelte dell’Inter di questa estate. Mentre Yann festeggiava uno scudetto storico, la società lavorava per il futuro, affiancandogli Josep Martinez, un vice con licenza di sorpasso (e pagato 15 milioni tra cartellino e bonus). Uno scenario, quello di un avvicendamento tra i pali, piuttosto verosimile, un po’ perché nella logica delle cose e un po’ perché non sarebbe stata la prima volta nella storia dell’Inter, che di sorpassi non annunciati è piena, da Julio Cesar su Toldo a Onana su Handanovic. Invece no, nessuna rivoluzione: Inzaghi ha chiarito da subito che il titolare sarebbe rimasto Sommer e lo svizzero lo ha ripagato con la solita, grande affidabilità. Di più, ha bruciato le tappe dopo la frattura del pollice che lo aveva fermato sul più bello. Martinez lo ha sostituito, raccogliendo applausi, per cinque partite, comprese quelle delicatissime di Napoli e Rotterdam, poi Yann si è ripreso il posto e ha sfoggiato parate decisive: a Bergamo su Pasalic, ieri su Lucca e Solet. I sorpassi allora possono aspettare, Sommer vive il momento e lo vive alla grande", aggiunge il quotidiano.
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