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Continuano le discussioni tra Inter e Milan e il Comune di Milano per arrivare a una fumata bianca per il nuovo stadio. Ecco gli ultimi aggiornamenti e le problematiche per arrivare a un accordo tra le parti.
"La volontà è quella di portare in giunta l’accordo con le squadre entro lunedì, ma il rischio di sforare in aula la deadline del 31 luglio, nonché di chiudere una trattativa che non soddisfi le richieste dei consiglieri, c’è. Sulla vendita di San Siro ieri mattina il sindaco Beppe Sala si è detto fiducioso, ma la riunione che si è tenuta nel pomeriggio con i capigruppo di maggioranza (Enrico Fedrighini del gruppo misto escluso) ha restituito un quadro molto delicato: due ore di incontro tese, durante le quali anche il Pd ha messo parecchi puntini sulle “ i”. Con il sindaco che, al prolungarsi della discussione tra consiglieri, se n’è andato sbattendo la porta", scrive Repubblica.
"Quando ancora si parlava di cessione di diritto di superficie ( e non di vendita), il Consiglio comunale aveva chiesto 40 milioni per rimettere a nuovo i buchi neri come piazzale Selinunte. Cifra che è sparita dal tavolo, ma che molti consiglieri vorrebbero ricomparisse, al netto dei 197 milioni a cui dovrebbe esserevenduto il pacchetto Meazza. Gli avvocati del Comune, che stanno limando il contratto di vendita con i fondi proprietari dei club, hanno messo in campo diverse ipotesi “anti- speculazione”. Una su tutte l’ha detta proprio Sala, sulla scorta di un odg firmato dal consigliere del Pd Rosario Pantaleo: se la società di scopo che acquisterà lo stadio poi volesse rivendere in tempi brevi, ottenendo così un extra profitto « perché non farsi riconoscere un ritorno? » . Cifra che, poi, potrebbe essere “rigirata” sul quartiere. «Ne stiamo discutendo » , ha assicurato Sala, così come si sta lavorando sull’aumento del verde. Il sindaco vorrebbe concludere la trattativa entro la fine di questa settimana per poi portare la delibera di vendita in giunta lunedì. La prossima settimana sarebbe dedicata alle commissioni e poi inizierebbe la discussione in aula: i tempi sono strettissimi. Tecnicamente ce la si fa, ma politicamente è un risiko: non è semplice far digerire ai consiglieri, anche quelli della maggioranza più “ fedele” alla linea della giunta, un’approvazione lampo del dossier in assoluto più importante per la città".
"Si potrebbe anche sforare la deadline del 31 luglio, ma andare lunghi a settembre significa regalare tempo alle incognite: inchieste, ricorsi, sentenze, ripensamenti. Con quello che si è visto in questi anni può succedere di tutto. E sono questi i dubbi emersi dalla riunione con i capigruppo di maggioranza, ai quali si aggiungono una serie di paletti che l’aula ha sempre ribadito e che rivuole scritti, nero su bianco, sul contratto di vendita o sugli allegati. Per questo, ha spiegato ieri la capogruppo del Pd Beatrice Uguccioni, i dem porteranno in aula un ordine del giorno sui ricavi delle vendite: una parte dovrà andare al quartiere. Uguccioni, che ha parlato di un «incontro interlocutorio», ha sottolineato la preoccupazione sui tempi, in un momento in cui c’è un assestamento di bilancio da votare per legge. Si proverà a correre dunque, ma la trattativa con i club dovrà avere più garanzie per la città e su questo il Pd, stando alle dichiarazioni, vuole dare battaglia. Il momento è delicato e il nervosismo del sindaco nei confronti dei consiglieri è palpabile. E, considerando che il piatto va condito con i voti contrari che arriveranno da una parte della maggioranza (dai Verdi a Fedrighini passando per un paio — almeno per ora — di consiglieri del Pd) e con le proteste-show dell’opposizione, la grana estiva è servita", aggiunge il quotidiano.
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