Inter e Milan vanno avanti lentamente per la questione stadio. La burocrazia per arrivare a una fumata bianca è ancora lunga e per ora per i due club c'è una fase di stallo nella procedura.


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Stadio, altra fumata nera. Comune di Milano: “Serve la garanzia di Inter e Milan”. Le clausole
Secondo il Corriere della Sera Milano, "Mancano le garanzie. Quelle chieste dal Comune alle squadre per poter procedere alla vendita di San Siro e delle aree comprese nella Grande funzione urbana. La trattativa tra Palazzo Marino e Milan e Inter è in una fase di stallo. Ieri, dopo giorni di silenzio e di consultazioni con i legali, è ripresa la trattativa, ma ancora una volta è arrivata una fumata nera. Palazzo Marino chiede ai club di inserire nelle società veicolo che le squadre stanno approntando per la bancabilità dell’operazione, anche le due società calcistiche e non solo i fondi proprietari delle due squadre. Altrimenti, è il ragionamento e l’arma in mano del Comune, si esce fuori dalla legge sugli stadi, fatta apposta per aiutare le squadre di calcio a patrimonializzarsi. Deve essere un vantaggio per i club e non per le proprietà e i fondi. Oltre al fatto che la vendita, proprio in base alla legge sugli stadi, ha una finalità pubblica".
Il sottotesto è che senza Milan e Inter dentro i veicoli societari, i fondi americani potrebbero acquistare l’area e disinteressarsi del nuovo stadio. L’ulteriore richiesta è quella di conoscere i titolari effettivi dell’operazione. Ma non ci si ferma qui. Un’altra area di rischio monitorata da Palazzo Marino riguarda la possibile speculazione sulla vendita dei diritti edificatori. La richiesta è quella di inserire una clausola che preveda la non cedibilità dei diritti edificatori fino a quando non sarà definito il piano attuativo. Ancor più importante per il Comune è mettersi in sicurezza su possibili manovre speculative e passaggi di quote di proprietà. Gli uffici stanno studiando una clausola di divieto di rivendita per limitare al massimo la possibilità di vendere o trasferire la proprietà per un certo periodo di tempo. Oltre a chiedere che alla firma del rogito decadano tutte le altre ipotesi in campo. Rozzano per l’Inter. San Donato per il Milan che ha solo «congelato» il progetto fino a ottobre, tenendosi la carta di riserva qualora l’operazione di vendita non dovesse andare in porto per i tanti esposti e ricorsi presentati dai comitati contrari al nuovo stadio. Dalle squadre arriva un cauto ottimismo, con la certezza di chiudere questa prima tranche di trattativa entro pochi giorni. E chiedendo a loro volta garanzie: che cosa succede se i permessi di costruire non dovessero arrivare in tempo?
Insomma, Palazzo Marino, ancor prima di affrontare la questione del prezzo — sarà una questione che riguarderà direttamente la proprietà delle squadre e il Comune — vuole avere una serie di garanzie tutte finalizzate alla costruzione del nuovo stadio e per garantire quella che secondo il Comune, è la finalità pubblica dell’operazione, tesi che trova la netta opposizione del Comitato Sì Meazza che invece bolla l’operazione come un favore fatto ai privati.
Intanto, si moltiplicano gli appelli. L’ultimo riguarda la data in cui dovrebbe scattare il vincolo sul secondo anello. Il 10 novembre 2025 secondo la Soprintendenza. Ben prima, secondo i firmatari del documento, che fanno risalire la fine lavori a prima di novembre e fanno riferimento a una documentazione fotografica dove si vede il secondo anello pieno di tifosi. Lo stesso ministro della Cultura, Alessandro Giuli, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, ha detto che farà verificare nuovamente la data di fine lavori. Tra i firmatari c’è Edoardo Bennato, nella sua doppia veste di primo italiano a riempire San Siro nel 1980 con «l’Isola che non c’è» e di laureato in architettura. Seguono firme come quella di Massimiliano Fuksas, insieme ad altri rchitetti e professori universitari. Il tempo stringe. Il 30 luglio è dietro l’angolo. Il braccio di ferro continua. Sono in molti a non strapparsi le vesti se San Siro non venisse venduto.
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