Per Simone Inzaghi è il momento più buio da quando è all’Inter, peggiore pure del recupero perso con il Bologna la stagione precedente che sfilò lo scudetto dalle maglie dei nerazzurri per passarlo ai cugini rossoneri. La panchina del tecnico piacentino traballa come non mai e a tenerla ancora in piedi sono i risultati nelle coppe: il 4 aprile con un rigore in pieno recupero di Lukaku l’Inter pareggia a Torino 1-1 l’andata della semifinale di Coppa Italia, mentre l’11 con le reti di Barella e del belga la squadra nerazzurra vince a Lisbona per 2-0 l’andata dei quarti di Champions.
Due gare che permettono a Inzaghi di tenersi l’Inter, ma tutto è appeso a un filo. In Viale della Liberazione valutano l’opzione traghettatore: Cristian Chivu, in quel momento allenatore della Primavera nerazzurra. Nessuno vuole cambiare in corsa, ma le gare con Benfica (19 aprile), Empoli in campionato (23) e il ritorno con la Juventus in Coppa Italia (26) diventano decisive. Da questi tre match passa il destino di Inzaghi. E il destino decide che Simone può aprire il suo ciclo all’Inter. Da quel momento la squadra nerazzurra infila fra Serie A, Coppa Italia e Champions League 11 vittorie in 14 partite.
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