Guido Vaciago, direttore di Tuttosport, ha analizzato così la vittoria per 4-3 della Juventus contro l'Inter:

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Vaciago: “Inter sembra in fase di decostruzione. E una frase di Chivu è inquietante”
"Tudor vola basso, ma la Juventus decolla. Quanto in alto potrà arrivare è difficile valutarlo dopo una partita meravigliosamente folle come quella di ieri, ma non ci sono dubbi che proprio la meravigliosa follia del successo sull’Inter imprime una spinta micidiale al gruppo. Perché l’Inter era più forte, ma la Juventus ha voluto più fortemente la vittoria e se l’è presa soffrendo, combattendo e credendoci in ogni minuto della partita, anche quando subiva il predominio tecnico dell’Inter".
"L’impatto emotivo di un successo del genere moltiplica la convinzione e la fiducia di una squadra giovane e incosciente come il tiro di Adzic a un minuto dalla fine, ma che così acquisisce consapevolezza dei propri mezzi. Anche se, forse, è più importante quella di Tudor, di consapevolezza, che non nasconde gli errori, pesa i limiti e, pur prendendo i tre punti e la loro importanza, pensa già a come correggere. Perché c’è da correggere. A partire dalle sue scelte iniziali, perché né Vlahovic, né Koopmeiners si sono rivelate vincenti. Dusan, caricato della responsabilità dell’essere titolare, è tornato quello dell’anno scorso: innervosito dalla troppa carica, poco incisivo, facilmente marcabile e impreciso. Koop, ancora una volta, è parso spaesato, anche nelle espressioni del volto e negli sguardi persi. E qualcosa non ha funzionato nel pressing (apparso invece apprezzabile nelle prime due gare di campionato): l’Inter era, sì, più forte, ma forse la Juve si è fatta schiacciare un po’ troppo. Ecco cosa aggrottava la fronte di Tudor che aveva il cuore traboccante di felicità e la testa di pensieri"
"Il tifoso della Juventus, invece, se la gode così (giusto, vivvaddio!): si serve a piene mani della gioia di una vittoria incosciente e memorabile, adesso non gli importa di quello che verrà poi, gli importa cancellare il sapore di fango di quello che è stato negli ultimi anni, riempiendosi la bocca con l’inebriante dolcezza di 4-3 al novantunesimo, contro il nemico di sempre. Cosa vuoi di più dalla vita? È tempo di brindisi, non di analisi. E questo potrebbe avere una conseguenza positiva sulla squadra, che rispetto a quelle degli anni precedenti sa farsi amare e la Juventus ha bisogno di riconnettersi con il suo popolo, di ricreare una sintonia persa in anni difficili e partite senz’anima. Ieri pomeriggio, comunque fosse finita, la Juventus stava dando tutto quello che aveva e il tifoso lo stava apprezzando. In una fase di ricostruzione, è fondamentale ricostruire anche il rapporto con la gente"
"L’Inter, invece, pare in una fase di decostruzione. Aveva la partita in mano, quando è andata sul 3-2, e se l’è fatta scivolare via come acqua fra le dita. Dov’è finita quella squadra che, se andava in vantaggio a un certo punto di una qualsiasi partita, la portava a casa sempre? Dov’è finita la solidità di una fase difensiva quasi impenetrabile? E la compattezza di un gruppo che si aiutava in qualsiasi circostanza? Chivu, ieri sera, aveva una faccia stravolta quando cercava una spiegazione e ha citato «questioni del passato», una frase inquietante perché, se fosse del 5-0 di Monaco a incidere sulle prestazioni nerazzurre, saremmo in presenza di una sorta di decadimento radioattivo degli effetti di una sconfitta. L’Inter conserva qualità uniche in Serie A e l’impronta di una grande squadra, non ne ha più lo spirito e la sicurezza. Sarà dura per l’Inter risalire , non impossibile, ma dura"
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