"Motta dice cose di buon senso. Si aggrappa - senza esagerare - agli infortuni, che effettivamente sono stati tanti, e sottolinea con vigore il fatto che lo spogliatoio non era contro di lui. Ha ragione a recriminare su questo punto, che infatti è sempre stato scarsamente battuto nella narrativa sul suo esonero. Il problema dei suoi rapporti con i giocatori è stato più che altro di comprensione reciproca. Lo spogliatoio non capiva le sue scelte, non comprendeva la ratio delle rotazioni furiose, che hanno centrifugato l’equilibrio dei singoli, alcuni dei quali messi in difficoltà anche dai cambi di ruolo e posizione. La squadra non era contro di lui: era confusa. Anche dalla sua comunicazione pubblica, sempre un po’ criptica e, talvolta, spiazzante. Un esempio? Quando, dopo l’eliminazione contro il Psv, Locatelli fa un’onesta e sacrosanta autocritica, Motta lo contraddice difendendo l’indifendibile. Il tecnico non aveva nemici e non ha lasciato rancore, ma smarrimento (molto evidente in campo, tra l’altro). Motta, poi, sceglie una frase che ha un involontario effetto comico: «Koopmeiners ha bisogno di adattarsi al suo ruolo in campo e nello spogliatoio». Buffo detto da chi lo ha schierato in almeno tre posizioni diverse (mediano davanti alla difesa, mezzala e trequartista) e che lo ha mandato in campo sempre e comunque, anche quando non era in perfette condizioni, creando qualche perplessità nello spogliatoio che certo non ha aiutato Koop"
"E dice che, fin quando c’è stato Danilo, il capitano era lui. «Ovviamente quando giocava» specifica Thiago, quindi praticamente mai. E lui stesso nelle conferenze aveva parlato di fascia a rotazione, una delle scelte che aveva destato più perplessità in assoluto. «Perché dovevo scegliere la persona giusta, perché per me il capitano ha una grande responsabilità in campo e fuori». Ora, detto che è così per tutti gli allenatori e per tutte le squadre, il capitano è un punto di riferimento anche e soprattutto per i compagni. Se la bussola impazzisce e segna il Nord ogni settimana in una direzione diversa è probabile che la nave perda la rotta. Come effettivamente ha fatto. Curiosa, invece, la spiegazione del taglio di Danilo, effettuato a gennaio, con un tempismo discutibile. Motta spiega tutto con la concorrenza di Savona e accenna in modo vago alla fine del rapporto con il brasiliano. Ecco, forse sarebbe stato interessante saperne di più, perché la spiegazione tecnica non regge: Savona ha disputato un’eccellente stagione, ma Danilo serviva comunque (tant’è che a gennaio è stato acquistato Alberto Costa a 14 milioni) e serviva soprattutto per la sua personalità. Forse proprio quello è stato il problema, perché - senza una spiegazione solida di Motta - resta quella ampiamente circolata da gennaio. Danilo, da capitano, aveva portato avanti alcune istanze dello spogliatoio e la cosa non è stata gradita dal tecnico che non ha mai amato molto i leader nelle sue squadre (c’è una discreta lista di epurati, da Nzola ad Arnautovic). Ma se Motta non supera l’idiosincrasia ai giocatori di esperienza e carattere, gli sarà problematico allenare una grande squadra in futuro. Perché di solito ce ne sono molti, di giocatori di quel tipo".
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