Il mercato dell’Inter è in movimento. Sono arrivati Sucic, Luis Henrique e Bonny. Pio Esposito è ritornato alla base e avrà le sue chance. Altri giocatori verranno acquistati: Lookman a parte, resta vivo l’obiettivo Leoni. Ci sarà materiale per tentare ogni genere di architettura tattica. Il 3-5-2 potrà mutare in 3-4-1-2 o 3-4-2-1: dipenderà dagli interpreti, Frattesi può muoversi anche da pescecane tra centrocampo e attacco. Non ci saranno preclusioni neppure per il 3-4-3, perché gli uomini ci sono. La difesa a quattro non sarà più la carta della disperazione per raddrizzare risultati storti. Il 4-3-3 o il 4-2-3-1 potranno trasformarsi in soluzioni di respiro lungo, su più partite e dall’inizio. Ai giocatori andranno proposte tracce e sentieri diversi. Variegare sarà il verbo chiave.
Il compito non è facile, Chivu ha 44 anni, quasi 45, e un’esperienza minima nel calcio dei grandi, lo scorcio di stagione quest’anno a Parma. Si scotterà, pagherà qualche prezzo: è inevitabile. Chivu però gode di un vantaggio: come pochi, ha chiaro l’ambiente Inter. Ha frequentato a lungo Appiano da giocatore, ha allenato le squadre giovanili nerazzurre, Primavera inclusa. Sa che cosa lo aspetta, conosce i brusii terribili di San Siro, la psicologia del tifoso. È un rilevante punto a favore, tanti suoi predecessori si sono schiantati sulla mancata sintonizzazione con il mondo interista. Chivu può concentrarsi sul rinnovamento del gioco, la vera scommessa dell’Inter 2025-26.
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