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Il giornalista Sebastiano Vernazza, sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha detto la sua sulla scelta dell'Inter di non voler stravolgere la formazione:
L’Inter si è fermata a Monaco, alla disgraziata notte del 31 maggio. Se oggi dovessimo metter giù una formazione titolare, più o meno indicheremmo gli undici cavalieri che non fecero l’impresa contro il Psg o che la fecero al contrario. Forse apriremmo una parentesi a centrocampo, perché in America, al Mondiale per club, il giovane Petar Sucic ha lasciato intravvedere doti e personalità in abbondanza. Luis Henrique, l’altro acquisto, non ha convinto. Ange-Yoan Bonny, il terzo nuovo arrivato, competerà con Pio Esposito dietro Lautaro e Thuram. A oggi, l’Inter ha acquistato due riserve (Luis Henrique e Bonny) e un possibile o probabile titolare (Sucic), e ha riportato a casa una bella promessa (Pio Esposito). Affari che ci stanno e che però sono di nicchia, catalogabili alla voce investimenti o scommesse.
"Non siamo neppure a metà luglio, il mercato è ancora lungo, ma serve un’impennata, un nome forte o più d’uno, qualcuno che sia una certezza. Non si tratta di comprare tanto per, ma di rafforzare la squadra con profili definiti, già di alto livello. In parole povere, c’è bisogno di un colpaccio. Per esempio di un giocatore che alzi il livello tecnico di una squadra a tratti compassata. Nell’ultima stagione, Dumfries è stato l’unico capace di strappare, e lo faceva di forza. perché l’olandese non ha piedi delicati o ispirati. Rinnovare va bene, abbassare l’età media è quasi doveroso, a patto di non ridimensionare, anche perché ne risentirebbe il fatturato. Squadra che non vince si cambia".
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