La partita di ieri a San Siro ha confermato come l’Inter in campionato usi un’applicazione mentale e in Champions un’altra. Sull’1-0, gli inzaghiani hanno concesso a Piccoli di presentarsi da solo davanti a Sommer, tiro respinto. Sul 2-0 hanno permesso al Cagliari di riavvicinarsi con la rete dello stesso Piccoli. Bisseck, con il gol del 3-1, ha spazzato via i fantasmi di un’altra Parma, da 0-2 a 2-2, ma, in quei pochi minuti di vantaggio risicato, qualche cattivo pensiero si è insinuato. Nulla di grave, giusto la conferma di come l’Inter non stia in campionato con la stessa testa che mostra in Champions. Non crediamo che mercoledì a San Siro, nel ritorno dei quarti contro il Bayern Monaco, la difesa interista consentirà a Harry Kane di saltare indisturbato, come è capitato ieri con Piccoli per il 2-1: sarebbe uno sfregio al vantaggio guadagnato con la vittoria di Monaco. Da fuori, ci sembra che il gruppo abbia puntato sulla Champions, una specie di “adesso o mai più”. La squadra ha un’anagrafica matura, non può permettersi di alzare lo sguardo verso orizzonti lontani. In Champions, l’Inter è programmata per il “qui e ora”, codificato da Julio Velasco all’Olimpiade di Parigi con l’Italia del volley donne.
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