Il giorno dopo la disfatta dell'Inter contro il Psg, dalle colonne del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni analizza una finale a senso unico partendo dal ricordo di Ernesto Pellegrini. "Carissimo Ernesto, non ti sei perso nulla. Mentre scrivo mi piace pensare che tu abbia scelto il momento giusto per andartene. L’ora del mattino di un giorno speciale. Il giorno non di una semplice partita, bensì di una finale, e che finale: quella di Champions dell’Inter che hai amato per tutta la vita e della quale ti sentivi primo tifoso da quando la cedesti con evidente sofferenza e tanta stanchezza a Massimo Moratti. Come nel lavoro, così nel calcio non hai mai voluto staccare".
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Zazzaroni: “Caro Ernesto, non ti sei perso nulla. La tua Inter non è esistita. A Inzaghi…”
"Ernesto, c’eravamo visti a settembre dello scorso anno - il solito, graditissimo invito - nell’elegante villa dalle parti di San Siro, sempre la stessa. Avevi voluto festeggiare il nuovo presidente Marotta insieme agli amici e ad alcuni giocatori, Berti e Serena, Bergomi e Ferri, Alessandro Bianchi e Klinsmann, portatori sani di nostalgia. Stavi male da tempo, ti avevamo visto affaticato al punto da non riuscire ad alzarti dalla sedia. Ignoravi le ombre, sorridevi tristezza, ma anche alla voglia di esserci ancora per ritrovare il tuo mondo, riunendolo. Presentasti a tutti, come sempre, moglie, figlia, genero, nipoti. La famiglia, la tua solidità, il tuo successo".
"Non ti sei perso proprio nulla, Ernesto. A Monaco, nella Germania che sentivi così vicina, la tua Inter non è praticamente esistita, solo palle inattive. È stata sopraffatta dal pressing e dal dinamismo di un avversario molto più in condizione, più brillante, “cattivo”, deciso. È stata quasi una resa. Inaspettata, lasciamelo dire. Si è trattato di una finale assai diversa da quella di Istanbul: non ci può essere rimpianto, troppo evidente la superiorità dei francesi. Non riesco ad attribuire troppe responsabilità a Simone. Ernesto, il tuo posto a San Siro resterà vuoto a lungo e all’Inter qualcosa cambierà. Sono convinto che si sentirà un po’ più sola. So che tu l’avresti perdonata, avresti detto «ragazzi, ci rifaremo, siamo l’Inter».
(Corriere dello Sport)
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