"Suggerisco nuovamente l’abolizione dell’intervista all’intervallo, le domande e le risposte non possono che essere banali", dice Zazzaroni
Ivan Zazzaroni, sul Corriere dello Sport, ha analizzato così la vittoria della Juventus sul Lecce:
"La Juve è terza, in attesa che Atalanta e Bologna si facciano male, maluccio o del bene, ma soltanto a una delle due. È terza e ha un’altra faccia, la stessa da tre settimane, così diversa da quelle - tante, troppe - mostrate nei mesi precedenti. Ha contorni precisi, ora, facilmente identificabili, e se Gatti non si fosse infortunato e Koopmeiners non avesse accusato un ritardo di condizione, l’undici potremmo recitarlo senza particolari sforzi. A differenza del suo predecessore, Tudor non ama i voli di fantasia, non è un tecnico sofisticato: valutati il poco tempo a disposizione, i vuoti di calendario (la Juve è fuori da tutto) e le necessità di classifica, ha subito deciso quale fosse la formazione titolare e non si è più allontanato dall’idea di partenza. Dalla stabilità hanno tratto benefici quasi tutti, in primis Locatelli, Nico, Thuram e Yildiz, al quale Igor chiede di muoversi da trequartista, il più possibile dentro il campo, e non da esterno sinistro o destro"
"Il successo sul Lecce, che nelle ultime 9 partite ha raccolto 3 punti e a Torino si è ritrovato sotto dopo appena un minuto, non è indicativo. La sicurezza con la quale la Juve muove il pallone e rientra, se attaccata, è però un buon segnale. Restano tuttavia le fragilità difensive e i cali di tensione (secondo tempo). Vlahovic, che ha ritrovato ruolo e centralità, si dà tanto da fare, ma è all’inseguimento della pietra verde, del colpo da sblocco: una condizione non nuova per un attaccante in crisi di fiducia. La sua partecipazione alla manovra risulta comunque più efficace"