-Con Pedro si ha un valore aggiunto?
Fino all'ultima domenica eravamo il terzo miglior attacco della Serie A. Al di là di questo io non ho fatto nulla di particolare. Pedro era scivolato fuori, l'ho rimesso al centro del progetto. Se alleni un giocatore che dà tutto in allenamento, in partita, è un modello di professionalità, puoi solo metterlo al centro. Ha avuto un problemino al tendine e la sua grandezza è proprio questa, capire che può entrare dopo. È un modello. Sono giocatori che lasciano il seme che serve a tutti gli altri.
La mia concentrazione è solo rivolta alla squadra. Io non celebro me stesso. Quando vi porto i dati non è per difendere il mio lavoro ma per difendere quello della squadra. Non ho mai difeso il mio lavoro ma quello della squadra. È quello che fa un allenatore e l'ho sempre fatto, in altre categorie anche, figuriamoci se non lo faccio alla Lazio. Io difendo il lavoro del gruppo. Abbiamo bisogno di migliorare la squadra e creare una forte identità.
«Gli episodi? Abbiamo condotto la partita in maniera buona, ma l'Inter la patiscono tutti. Ha giocatori che sanno staccare e sanno mettere palla in mezzo con precisione. Abbiamo cercato di controllare l'Inter nelle palle inattive dove sono bravi. Io ho salvato il Verona con le mie idee e le ho portate avanti con la Lazio. Io sto dando tutto me stesso insieme allo staff. Migliorata la posizione dell'anno scorso, ma andare in Conference lascerebbe rimpianti? È un campionato livellato in alto, lo sappiamo. Se non sbaglio la media punti degli ultimi 4 anni era 67 ma non voglio guardare a questo. Io devo guardare al percorso della squadra e mi interessa questo. Noi ci crediamo ancora e vogliamo crederci fino all'ultimo secondo».
(Fonte: FCINTER1908.IT, gli inviati Eva A. Provenzano e Daniele Vitiello)
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