La partita d’andata cosa insegna?
“Avevamo visto tanti video, ma giocarci contro fa la differenza. Faremo tesoro dell’andata, abbiamo sbagliato diversi passaggi che avrebbero potuto creare occasioni da gol”.
Cosa vi dice il cuore in questo momento?
“Io non posso che essere orgoglioso del cammino da inizio stagione. Stiamo giocando tantissimo, ci teniamo tanto a far bella figura per chi fa sacrifici per noi. Mi dispiace all’esterno non venga percepito ciò che ogni giorno mettiamo per performare al meglio. Non abbiamo un giorno libero da tempo, ci teniamo a far bene. C’è stata una settimana di blackout, ma non posso che essere orgoglioso di quanto fatto finora”.
Cosa vorresti vedere a San Siro dai tifosi?
“Ci saranno dei momenti di grande sofferenza domani, il gioco del Barcellona porta a questo. In quei momenti ci servirà la spinta di tutto il popolo nerazzurro, tenendo conto che in campo siamo 11 contro 11. Fuori dovranno essere più caldi possibile, noi dobbiamo mantenere la tranquillità”.
Vi siete messi in testa di vincere la Champions con il quattordicesimo fatturato in Europa: nessuno prima ci è mai riuscito.
“Questo ci dà molto orgoglio, sappiamo che tipo di percorso abbiamo fatto. Siamo a due partite dal traguardo”.
L'esperienza può essere un fattore a vostro vantaggio?
"C'è una doppia lettura: da una parte l'esperienza, dall'altra la spensieratezza. La gara d'andata ci ha dato una grande idea di quello che è il Barcellona, proveremo a mettere in campo domani ciò che serve".
L'Inter adesso è una big d'Europa?
"Per quello che abbiamo fatto vedere in campo, assolutamente sì. Non ci siamo mai nascosti e non lo facciamo ora, ma le chiacchiere stanno a zero. Il campo in questo momento dice di sì".
Avete anteposto la Champions ad altri obiettivi?
“Non ho mai sentito il mister dire non impegnatevi in campionato. Giochiamo tanto, un calo può esserci, ma non siamo in questo momento a tanti punti dalla vetta e nonostante questo siamo in semifinale di Champions League”.
Quanto conta Lautaro nello spogliatoio?
“Sicuramente è il nostro leader a livello morale e fisico, in campo conosciamo la sua importanza. C’è sempre grossa tensione dietro le partite, ma se ci guardiamo alle spalle il sogno di ognuno di noi era giocare queste partite. Io me le godo e cerco di lasciarmi trasportare dalle emozioni”.
L’arbitro Marciniak?
“Lo abbiamo avuto tante volte, è un arbitro che apprezzo molto. Con lui si può dialogare, anche se ha polso fermo. Le polemiche in Italia? Non penso ci siano stati grossi problemi, non penso al campionato falsato, il campo dice sempre la verità”.
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