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fcinter1908 partite conferenze stampa Chivu: “Napoli favorito con quello che ha speso! Lookman? Dichiarato incedibile. Non colpa nostra se…”

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Chivu: “Napoli favorito con quello che ha speso! Lookman? Dichiarato incedibile. Non colpa nostra se…”

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La prima conferenza stampa della stagione nerazzurra: le parole di Cristian Chivu alla vigilia di Inter-Torino
Daniele Vitiello
Daniele Vitiello Redattore/inviato 

Si ricomincia. Tra poco più di 24 ore per l’Inter arriverà il momento di cominciare il percorso stagionale in Serie A. I nerazzurri saranno in scena al Meazza, contro il Torino, nel match del monday night che chiuderà la prima giornata. Cristian Chivu si presenta in conferenza stampa ad Appiano Gentile. Ecco le sue parole, raccolte dall’inviato di Fcinter1908.it.

Quanto sei soddisfatto del lavoro del precampionato e che Inter ti aspetti?

"Abbiamo lavorato bene in queste quattro settimane di lavoro. E' stata una preparazione breve, ma intensa. Non abbiamo avuto tante difficoltà, abbiamo lavorato sodo e i giocatori si sono messi a disposizione. Abbiamo fatto alcune cose bene, altre meno bene. Siamo ancora un cantiere aperto, vogliamo migliorare in tutto. Vogliamo migliorare le prestazioni a livello individuale e collettivo, siamo pronti per iniziare".

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Come è cambiata la traiettoria sul mercato?

"Il mercato è sempre stato mirato. Avevamo scelto qualche nome, poi le società con cui abbiamo trattato hanno dichiarato i calciatori incedibili. Lo hanno fatto perché è un loro diritto, è successo anche a noi. Siamo stati coerenti, abbiamo mantenuto la linea della società di investire tanto sui giovani. Abbiamo scelto giocatori importanti, che sono già pronti per giocare nell’Inter e sono pronti per darci una mano”.

Hai sentito le parole di Oriali?

"Do ragione ad Allegri, chi vince lo scudetto rimane sempre favorito l'anno dopo. Lele è un amico, ma con quello che hanno speso e con la squadra che già avevano sono i favoriti".

Cosa vuoi trasmettere alla squadra?

“Il carattere, la capacità di capire i momenti e saperli gestire, così come quelli meno belli. Serve pazienza, capacità di gestione. Quando sei in fondo alla stagione poi devi capire dove sei e cosa puoi fare per portare a casa qualcosa, che è sempre l’obiettivo di una società”.

Folle giocare con il mercato ancora aperto?

“Quello che pensiamo noi vale poco, sono regole imposte dalla Uefa. Vorremmo tutti essere sereni, avere le cose a posto, ma fare l’allenatore è anche sapere gestire determinati momenti e giocatori con i loro pensieri. Un grande allenatore qualche anno fa mi diceva che la cosa più semplice è la partita, tutto il resto sono problemi da gestire. Sarebbe meglio iniziare la stagione avendo chiaro il futuro di tutti, ma fa parte del gioco non sapere mai chi arriva e chi parte. Bisogna saper prevenire tutte queste incognite che potrebbero accadere a mercato aperto”.

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Cosa temi di più di questo inizio stagione?

“Io non temo niente, noi non temiamo niente. Ovvio che non puoi controllare cosa può accadere durante la partita, ma quando sei onesto con quello che hai messo e con la preparazione che hai fatto, quando sei anche riuscito a metterti alle spalle il passato, non devi temere niente. Si fa sempre il meglio di quello che si ha in quella giornata o in quella settimana per raggiungere l’obiettivo. La mentalità fa la differenza. Quando hai un obiettivo da raggiungere e sei consapevoli che i passi che servono, la prima partita è sempre quella più importante”.

Cosa provi tu per questo esordio storico per la tua carriera?

"Sono orgoglioso di essere l'allenatore dell'Inter, sono consapevole della responsabilità che ho. Sono sereno perché ho imparato che quando dai il massimo, quando spendi tempo, energie e conoscenze per riuscire a dare il massimo, è giusto. Siamo felici di avere la possibilità di iniziare la nuova stagione, siamo sereni e motivati. Il campo ci farà sapere e vedere come siamo messi".

Ti aspetti arrivi qualcuno da qui a fine mercato?

“Abbiamo una linea coerente e condividiamo gli stessi pensieri. Sappiamo bene quello che è il mercato oggi. Sono contento di quello che ho, abbiamo mantenuto una linea importante della quale avevamo parlato quando ci siamo visti in America. Abbiamo investito su ragazzi che possono crescere e aumentare il valore della rosa. Preferiamo la qualità alla quantità, giocatori già pronti per darci una mano. Siamo consapevoli che sui giovani bisogna avere pazienza, ma farli venire in questo contesto con giocatori importanti è più facile per l’inserimento. Qui c’è il mix perfetto per far crescere questi giovani e bravi calciatori”.

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Che Torino ti aspetti?

“Un Torino che ha investito bene. Ha cambiato tanto, ma la struttura è rimasta quella in linea di massima. C’è l’incognita del nuovo allenatore, ma gode della mia stima per quello che ha fatto. Il Toro verrà a giocarsi le sue carte, si misurerà con una squadra più forte sulla carta, ma non hanno niente da perdere e vogliono fare risultato. E’ una squadra ostica, ha dei principi e sa giocare. E’ in salute, sa fare cose”.

Che tipo di allenatore ti definiresti? Ti senti di scuola italiana?

"Sono arrivato in Italia nel 2003, il mio percorso calcistico è in Italia. Senza contare i primi anni all'Ajax, che ha una cultura completamente diversa da qui. Non voglio denigrare né l'una, né l'altra perché nel calcio ci sono mille sfumature che bisogna percepire. Bisogna avere sensibilità sulle cose da fare e quelle da non fare o che danno fastidio. Apprezziamo tanto il calcio moderno che fanno all'estero, ma anche loro apprezzano noi. Non c'è una regola, esistono regole, principi e un certo tipo di sensibilità da parte dell'allenatore. E' un'arte, un mestiere in cui serve un po' di tutto per farlo. Qualcuno mi dirà che sono inesperto, ma l'esperienza della vita mi fa vedere il calcio in maniera diversa. Qui siamo un po' schiavi del risultato, così non si ha tempo per portare avanti alcune idee. Non esiste una regola, esiste il tempo e la maturità di un club, dell'allenatore e dei calciatori. Nell'Inter il tempo non esiste e bisogna partire forti già da domani. Le aspettative sono alte e l'obiettivo è sempre migliorarsi, arrivare fino in fondo".

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Tifo organizzato non supporterà la squadra. Questo può incidere?

“Spero non influisca sui miei calciatori. Spero non pensino a quello che può accadere e che questa situazione si risolva il prima possibile. La squadra ha bisogno di tutti i suoi tifosi".

Mister, stando alle sue parole e a quelle di Marotta, ma anche a ciò che filtrava, la priorità era alzare la qualità sulla trequarti e mettere in rosa uno specialista nell’uno contro uno come poteva essere Lookman. Quali considerazioni hanno portato a cambiare la traiettoria sul mercato? C’è ancora possibilità per un innesto di questo tipo?

"Ho chiesto qualità e non quantità. Non abbiamo preso giocatori non per colpa nostra. Abbiamo preso altri giocatori di qualità che possono alzare il livello del gruppo e quello competitivo di questa squadra".