00:15 min
fcinter1908 partite conferenze stampa Chivu: “Inter resti ai vertici. Modulo? Ibrido. Calhanoglu, Leoni e il mercato…”

partite

Chivu: “Inter resti ai vertici. Modulo? Ibrido. Calhanoglu, Leoni e il mercato…”

Daniele Vitiello
Daniele Vitiello Redattore/inviato 
Le parole dell'allenatore nerazzurro nel primo appuntamento davanti ai microfoni della nuova stagione sportiva

La nuova stagione comincia ufficialmente oggi. L'Inter muove i primi passi tra campo e palestra, non tralasciando però il consueto appuntamento davanti ai microfoni. Cristian Chivu parlerà alle 14 in conferenza stampa ad Appiano Gentile per presentare il percorso che attende i nerazzurri. Con lui ci sarà anche il presidente Beppe Marotta, che aprirà le danze con il classico saluto. Qui le parole di entrambi, raccolte dagli inviati di FCINTER1908.IT nel centro sportivo nerazzurro.

Si parte con la presentazione di Beppe Marotta: "Siamo ai nastri di partenza di una nuova stagione sportiva. La vecchia è appena terminata, ma il calcio moderno è fatto così. Volevo evidenziare il percorso recente dell'Inter negli ultimi cinque anni, che equivale grosso modo al ciclo Inzaghi. In Italia siamo quelli che hanno vinto di più, sette titoli, ottenuto più punti e partecipato con continuità maggiore alla Champions League, cosa che alcuni competitor non hanno fatto. Abbiamo conseguito il diritto di giocare due finali di Champions League, un traguardo storico e difficile. Sono dati significativi di un lavoro che si è concretizzato maggiormente nell'ultima stagione, da 63 partite, decine in più dei nostri competitor. La nuova proprietà è presente anche oggi, la loro è una presenza continua e molto silente.

Oaktree è presenza soprattutto lungimirante: spesso i fondi vengono catalogati in modo negativo, ma da parte nostra la visione è molto ambiziosa. Qui ad Appiano sono stati stanziati investimenti nuovi, sono in corso dei lavori perché questo è cuore pulsante della nostra società e Oaktree ha risposto alle nostre sollecitazioni, dando un apporto in quello che è processo di innovazione del centro per renderlo più efficace e moderno. Sono previsti lavori importanti anche a Interello. Sapete quanto è a cuore per la proprietà e per noi anche la questione del nuovo stadio, sulla quale non mi soffermo oltre. Siamo arrivati secondi in campionato a un centimetro che dobbiamo colmare oggi, ma abbiamo raggiunto traguardi importanti. Ripartiamo con le stesse ambizioni di prima: l'Inter ha storia e palmares da difendere, per cui inutile nasconderci. Siamo abituati a dire che vogliamo vincere, se non ce la faremo gli altri saranno stati più bravi, ma l'obiettivo è quello.

Ripartiamo nel nuovo ciclo con un allenatore nuovo, Cristian Chivu, che tutti conoscete. Si è letto che fosse una soluzione di rincalzo o seconda scelta, niente di più falso. Quando con la proprietà abbiamo scelto il modello di squadra da costruire, abbiamo scelto il profilo giusto per noi. Aver approcciato anche con un'altra figura professionale, non sminuisce la figura di Chivu, ma anzi la valorizza. Conosce i valori della società, conosce i giocatori e arriveranno risultati importanti. Il modello è cambiato perché, con grande lungimiranza, Oaktree ha messo a disposizione del management una cifra consistente per poter investire su profili precisi. Il mercato è ancora aperto, arriveranno altri giocatori sui quali Ausilio e Baccin stanno lavorando.

Ci serviva un leader di questo gruppo che abbiamo identificato in Cristian Chivu, che è la scelta migliore possibile. Accanto alla prima squadra abbiamo varato l'Under 23, che è affidata a Stefano Vecchi, un nome che voi sicuramente conoscete. C'è grandissima soddisfazione per aver affidato prima squadra e seconda squadra a due allenatori che vengono dal nostro settore giovanile e che nel settore giovanile hanno vinto. L'Under 23 sarà fucina di giovani talenti, tra giocatori che arrivano dalla primavera e altri che saranno acquistati. La supervisione sarà sempre di Dario Baccin, responsabile del progetto. L'Under 23 è un serbatoio importante per far crescere i calciatori che speriamo diventeranno titolari in futuro o uno strumento per patrimonializzare il parco giocatori. Abbiamo un po' di precarietà nelle infrastrutture, per cui la squadra si allenerà a Interello, ma spero che possa arrivare qui ad Appiano entro due anni.

Anche le nostre ragazze del calcio femminile parteciperanno alla Champions League, quantomeno alle fase preliminari, dopo il secondo posto dell'anno scorso. Stiamo crescendo, a dimostrazione di come siamo attenti a tutti i particolari nel concetto di innovazione. L'annata passata, quella che si è conclusa, ci porterà ad avere un bel bilancio positivo. Non entro nel particolare, ma questo è ulteriore elemento di grande soddisfazione. In questo Oaktree ha svolto un ruolo fondamentale. Non ci manca nulla, c'è grandissima sinergia tra tutte le componenti. L'auspicio è fare risultati importanti".

Inter, la conferenza stampa di Chivu

—  

Qui le domande per l'allenatore nerazzurro.

Con che spirito si riparte?

"Mi aspetto lo spirito giusto per continuare a essere una squadra competitiva. Le aspettative sono quelle di sempre, da quando questa squadra è nata, di essere competitivi, dare identità e mantenere lealtà e passione”.

Questione Calhanoglu risolta dal gruppo.

"Una squadra che arriva a vincere titoli o a lottare per vincere titoli, che arriva a fare finali di Champions o Europa League, testimonia di avere un gruppo solido, che sa ciò che ha e cosa può dare".

Come giocherà l’Inter di Cristian Chivu?

“Questi sono solo numeri che rimangono tali. Sono i principi che contano, la nostra intenzione è essere aggressivi e verticali, di mantenere equilibri e raggiungere risultati leggendo i momenti di una partita e della stagione”.

Lo scudetto è una priorità negli obiettivi?

“Noi non guardiamo mai indietro, non vogliamo prenderci nessuna rivincita. Guardiamo al presente, a quello che vogliamo costruire per il futuro. Abbiamo ereditato una situazione costruita da questa società che è sempre rimasta ai vertici e abbiamo l’obbligo di mantenerla lì, al di là dei titoli. Faremo del nostro meglio e daremo sempre il massimo per raggiungere gli obiettivi. A parole ovviamente è semplice, a fatti è più difficile, ma la società ha dimostrato che è unita, che ha voglia di incidere e vuole rimanere ai vertici in Italia, in Europa e nel mondo”.

Cosa pretenderai dai giocatori?

“Rispetto per i compagni, per loro stessi e per la società nella quale giocano. Parte tutto da quello, dall’integrità e dalla voglia di superare tutto, di fare anche dei momenti di fatica o che non sono semplici da gestire. Una volta imparato quello, e questo gruppo sa farlo, bisogna superare le atrocità. Solo così si può andare avanti e lottare per qualcosa di importante. Anche a me sono capitate stagioni da alti e bassi, bisogna saper reagire”.

Lo slogan della mia Inter?

“Non vogliamo copiare nessuno, non abbiamo l’obbligo di copiare. Noi vogliamo soltanto lavorare per essere competitivi”.

L'Inter vuole cambiare a seconda delle partite?

"Vogliamo essere più ibridi, adattandoci ai vari momenti delle partite di calcio".

Come hai gestito quello che è successo nel finale di stagione?

“E’ stata una discussione su cose successe e non dette. Sono cose che fanno parte di uno spogliatoio, di un gruppo che ha tanta voglia di vincere. Il gruppo ha bisogno ogni tanto di un po’ di chiarezza”.

Quanto dureranno le scorie della finale di Champions?

“Siamo un gruppo maturo, con una certa esperienza, che sa gestire determinati momenti. Sappiamo accettare anche le critiche e gestire situazioni non comode a livello mentale. Le aspettative su questa squadra erano altissime a maggio, purtroppo le cose non sono andate come tutti si aspettavano. A livello mentale qualcosa subisci, c’è tanta amarezza e c’è stata tanta voglia di ottenere qualcosa di importante. Il bello del calcio è che arriva la partita o la stagione successiva e si riparte sempre da zero, anche se bisogna accettare ciò che si dice in giro. Quelle cose devono essere fonte di motivazione per il futuro, per lavorare un po’ di più e avere più ambizione”.

Cosa le è piaciuto della tournée americana?

“Mi è piaciuta la voglia di fare il massimo e ottenere risultati importanti. Questa società ci fa capire che le aspettative sono sempre alte e bisogna cercare di fare del nostro meglio, nonostante le tre settimane chiusi in un albergo e i cambiamenti climatici subiti in quel periodo. Ho visto sempre un gruppo desideroso e voglioso di far bene, di dare il massimo di quello che loro avevano in quel momento”.

Cosa ti aspetti dal mercato?

"Sono sempre in contatto con la società per il mercato. Parliamo del futuro di questa squadra. Siamo a stretto contatto. Condividiamo le stesse idee e sicuramente siamo sempre aperti a opportunità di mercato. Manca un mese di mercato, siamo aperti a opportunità"

Siete consapevoli che ci sia un percorso da fare che non può essere fatto solo di successi?

"Questo fa parte della vita, non solo del calcio. Le cose sono semplici, si può vincere subito o no, ma in entrambe le situazioni si deve accettare che si tratta di un percorso. Bisogna accettare anche il fatto che questa squadra negli ultimi anni è sempre stata ai vertici del calcio italiano e non solo, bisogna anche accettare che vogliamo mantenere la squadra ai vertici. A volte ci riesci e a volte no, ma non perché sono arrivato io. Poteva succedere anche all'allenatore passato".

Cosa ci dici di Leoni e Pio Esposito a livello umano?

“Sono tanta roba. Saranno il futuro del calcio italiano, per molti anni rappresenteranno la nazionale italiana”.

Cosa ti sta piacendo di più finora?

“La responsabilità che mi è stata data. Le ho sempre prese, le ho sempre accettate per arrivare anche ai miei obiettivi personali. E’ una bella sfida tornare nella società che mi ha dato tanto. Non si tratta solo di questo, ma anche di un club che è ai vertici. E’ importante. Io farò del mio meglio per essere all’altezza, per dare qualcosa o per far tornare qualcosa alla società che mi ha dato molto in questi ultimi 18 anni con qualche pausa. Queste sono le mie ambizioni: l’Inter è sempre nel mio cuore e voglio dare anche io qualcosa di importante”.

Quanto ci vorrà affinché diventi l’Inter di Chivu?

“Da allenatore ed ex giocatore penso una cosa: la differenza la fanno i giocatori. L’allenatore trasmette idee, dà un’identità, ma conta più di tutto ciò che il giocatore riesce a dare in campo. Non ho mai visto un allenatore bravo senza giocatori bravi”.

Calhanoglu può giocare anche in un ruolo diverso?

"Il nostro è un centrocampo numeroso. Abbiamo tanti giocatori, molto bravi e forti. Bisogna poi vedere strada facendo. La mia idea è che in alcune partite saranno in tre, in altre saranno in due. I nomi li sceglieremo in base alla loro prestazione durante la settimana, all'avversario. Calhanoglu sono contento abbia lavorato molto, che sia tornato sano. Ha tanta voglia di rifarsi, in America era molto amareggiato e deluso per non aver potuto aiutare la squadra. Era molto dispiaciuto in quella situazione, le aspettative sue e nostre erano di averlo per la seconda partita. Ha lavorato sodo, tanto in queste tre settimane e l'ho visto anche oggi molto bene".

I centrocampisti che hai a disposizione possono reggere le tre punte o bisogna aggiungere qualcosa a livello di caratteristiche?

“Io non ho mai detto che giocherò con tre punte, ho parlato solo del centrocampo. La base di questa squadra è sempre stata 3-5-2, ma ha spesso costruito a 4 in base a come li andassero a prendere o a come volessero far male. Oggi l’occupazione del campo è sempre in base a quello che l’avversario ti concede. Il 3-5-2 può diventare 3-2-5, 4-2-4 o 4-4-2, sono cose che hanno a che fare con la dinamicità della partita. E’ importante accettare i duelli, cercare di vincerli: chi vince i duelli vince anche le partite. Ci concentriamo su quello, cercando di dare un’identità da subito per non essere impreparati quando ci troveremo in certe situazioni durante la stagione. Alleneremo più moduli per cambiare di partita in partita e a partita in corso”.

In cosa può incidere anche lei?

“Spero col buonsenso, con la cattiveria, con le incazzature e con il sorriso. Devo essere al meglio preparato sugli avversari, parlo anche del mio staff. Cercherò di capire i giocatori, di parlare con loro, perché spesso pretendiamo da loro cose e ci si dimentica che abbiamo a che fare con persone e uomini che magari hanno anche loro dei problemi. Noi dobbiamo capire le loro problematiche e come fare per sistemarle. Credo molto nella comunicazione e in quello che una persona può dare a un’altra. Mi piace questo modo di lavorare e vivere. Non a caso ho fatto sei anni di settore giovanile, perché non mi sentivo pronto e non sapevo nemmeno all’inizio fare questo. Ho preferito lavorare su questo, abituarmi a essere empatico e capire bene cosa voglia dire. Ho avuto la possibilità di lavorare con ragazzi più maturi nei tre mesi di Parma e adesso ho a che fare con ragazzi con cui ho anche lavorato in passato. Mi fa piacere aver trovato grandi campioni, perché questa squadra e questi giocatori li ho sempre stimati e ammirati”.

Ha ricevuto messaggi particolari dai compagni del Triplete?

“Questa domanda me l’hanno fatta già in America. I messaggi sono sempre gli stessi, mi ha fatto piacere riceverli dai miei ex compagni. Sono felici per me, come io lo sono per quello che loro stanno facendo nella vita dopo il calcio. Ci sosteniamo a vicenda, abbiamo un bel rapporto tutt’ora. Mi ha fatto piacere rivedere Maicon in America, come Pupi, Materazzi e tutti i ragazzi che conoscono bene questo posto meraviglioso”.

Partire da non favoriti può essere un vantaggio?

“Io non parlo di favoriti o altro. Conosco solo una via: lavorare e dare il massimo. Dobbiamo capire la cultura del lavoro, le difficoltà che arriveranno. Raccogli quello che semini. Non è giusto parlare di favoriti, poi è normale che le squadre che ambiscono a vincere il campionato a parole sono sempre le stesse. Contano però i fatti: per arrivare al dunque bisogna pedalare tanto”.