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Il Gran Premio di Serie A è già alla seconda curva. L’Inter, reduce dalla vittoria all’esordio stagionale contro il Torino, riceverà domani sera l’Udinese al Meazza nel posticipo della domenica. Una gara importante, che precede la sosta che poi porterà al derby d’Italia con la Juventus. Anche per questo, quindi, da vincere a ogni costo.
Di tutti i temi della vigilia parlerà Cristian Chivu in conferenza stampa ad Appiano Gentile. Appuntamento alle ore 14. Qui le sue parole, raccolte dagli inviati di Fcinter1908.it.
Quale indicazione avuta col Torino devi confermare domani?
"L'atteggiamento e la mentalità avute nella prima di campionato. Ci sono tante altre cose da mantenere, altre da migliorare. Le cose fondamentali sono sempre l'atteggiamento e la mentalità".
Calhanoglu rientra dopo la squalifica. Nella tua idea di Inter che ruolo avrà e come lo vedi?
"E' un giocatore importante. Lo ha dimostrato negli ultimi anni, ha avuto voglia di migliorarsi e far parte di questo gruppo. Fin dal primo giorno d'allenamento, alla ripresa, ci ha fatto vedere cose importanti. E' tornato motivato, con la mentalità giusta e con l'ambizione di lasciarsi alle spalle la passata stagione come tutti gli altri. Quello che conta è questa stagione. Le prime partite sono importantissime, torna ora a disposizione e siamo tutti contenti".
Come hai preso la convocazione di Pio Esposito in nazionale?
"Lo conosco da quando aveva 13 anni, so di che pasta è fatto. Lo conosco caratterialmente, so che tipo di approccio ha anche verso l'esterno. Ha i piedi per terra, sa che la strada è ancora lunga e ha tanto da dimostrare. Sono sfide che gli piacciono. Ha un'umiltà forte che gli permette di crescere nella maniera giusta. Più si alzano le aspettative, più rende meglio. Lo ha fatto vedere in Serie B, ma lo aveva fatto vedere anche da bambino con noi. Non è stato semplice per lui andare a giocare fuori, ma è cresciuto e ora si gode il suo sogno di avere possibilità di giocare in prima squadra all'Inter ed essere parte della nazionale maggiore con l'Italia. Sono felice per lui, non devo aggiungere altro. So quello che lui pensa e so che sono cose che gli daranno più autostima e motivazione per il futuro".
Avendo Bonny ed Esposito, nella tua testa c'è la possibilità di vedere un attaccante in più in campo con Lautaro e Thuram?
"Ci sarà modo. Le partite saranno tante, avremo la possibilità di vedere anche combinazioni diverse di due punte e addirittura tre attaccanti. In base alle partite, al piano tattico, alle necessità e ai momenti ci sarà possibilità di vedere più cose".
Ci saranno tante rotazioni nella tua idea?
"Questa è difficile da gestire. Ovvio che giocando ogni tre giorni per avere un gruppo motivato e mantenere la sana competizione bisogna che accontenti un po' tutti. Bisogna anche che dentro non si perda un po' la meritocrazia, il livello deve essere alto. Non si fa turnover tanto per farlo. La meritocrazia è il primo principio sul quale bado e guardo: funziona sempre così. Bisogna prepararsi al meglio per quella che è l'opportunità e per quelle che saranno le scelte dell'allenatore e per il bene del gruppo. Tutti devono meritarsi il posto e devono far vedere che sono competitivi".
Il turnover guarderà anche alla competizione? C’è priorità?
“Non posso pensare troppo in avanti. C’è una partita domani troppo importante, in questo momento sto pensando all’Udinese. Non mi va e non penso sia giusto guardare più in avanti, anche perché c’è una sosta e ci sono altre due settimane in cui si lavorerà. Preferisco pensare solo all’Udinese, senza andare troppo in là. Troppi pensieri e troppe preparazioni, pianificazioni per cose che accadranno in futuro a volte danneggiano”.
Se la meritocrazia è il primo principio, domani torna titolare Sucic?
“Quella te la guadagni in ogni allenamento. Tra una partita e l’altra ci sono 4-5 allenamenti in cui tutti hanno l’obbligo di fare il meglio e mettere in me tanti punti interrogativi. Non guardo i primi 11, guardo i 22 giocatori di movimento che devono cercare di mettermi in difficoltà per come si allenano e come si comportano sia in campo che fuori”.
Che tipo di patti ha fatto con i calciatori?
“Ci sono cose che si possono raccontare e altre che non si possono raccontare. Non pensate si tratti di chissà cosa, sono cose che fanno bene al gruppo e aiutano l’armonia che bisogna avere. Il responsabile sono sempre io di tutto, nel bene e nel male”.
Come intendi utilizzare Frattesi?
“Per me, per caratteristiche è una mezzala di inserimento ma può giocare anche sotto una punta. Quando giocheremo con due trequartisti lo vedo adatto ed è quello che per caratteristiche vedo lì. Poi nascendo come mezzala potrà darmi una mano anche in fase difensiva e tornare a rifare nei tre in mezzo a protezione la densità giusta. A volte non mi fido di avere solo due mediani. Più o meno il suo ruolo è questo, poi sono sicuro potrà fare anche altre cose”.
Cosa non deve sbagliare la squadra domani?
“L’atteggiamento. Nella mentalità, nella cattiveria e nell’aggressività. L’Udinese è un avversario ostico, molto strutturata dal punto di vista fisico. Ha creato sempre problemi, ha un allenatore che stimo molto. Partivano l’anno scorso con un 4-4-2, ma sfruttavano tanto il talento di Thauvin sotto Lucca. Ha un centrocampo di struttura, ma anche tanta qualità. Quest’anno, nonostante abbiano cambiato sistema, le caratteristiche sono sempre quelle. E’ sempre difficile affrontare una squadra come l’Udinese”.
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