Si avvicina il secondo impegno di questo Mondiale per club per l'Inter. Cristian Chivu incontrerà i giornalisti in conferenza stampa a Seattle, nuova sede del ritiro nerazzurro, proprio per presentare la sfida con l'Urawa e fare il punto della situazione sui possibili rientri. Qui le sue parole, riportate live da Fcinter1908.it:

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Chivu: “Pio Esposito giocherà. Centrocampo a due? Vi spiego la mia idea. Vorrei…”
"Veniamo da nove mesi di battaglia, cerchiamo sempre di trovare energie giuste per affrontare una squadra ordinata e pulita. Ha sudamericani ed europei, sarà partita difficile come tutte le altre".
Come sta Pio Esposito?
"Sono curioso anche io, l'ho conosciuto a 13 anni e mezzo e siamo cresciuti assieme. L'ho allenato in Primavera, è stato un onore, poi è andato in Serie B e viene da due campionati importanti in cui è cresciuto fisicamente e dal punto di vista umano. Si è ripreso, ha fatto due allenamenti con noi e domani avremo la possibilità di vederlo dall'inizio o a partita in corso".
Qual è la cosa più importante domani?
“La partita stessa. Siamo ancora nella fase a gironi, servono punti per passare il turno. E’ fondamentale per entrambe. Ci sono sei punti in palio, bisogna far di tutto per raggiungere l’obiettivo del passaggio del turno. Mi piace il calcio giapponese, l’ordine e la disciplina che queste squadre hanno. Tatticamente sono molto ordinati, puliti dal punto di vista tecnico e hanno anche aggiunto esperienza dalla scuola europea che aumenta la qualità della squadra. Ammiro Gustafson, ha un peso importante dal punto di vista tecnico, fisico e atletico”.
Cosa non vuole vedere domani?
“Col Monterrey abbiamo fatto una partita seria, cercando di fare del nostro meglio. Abbiamo tirato la nostra miglior versione di questo momento, abbiamo aggiunto la reazione e l’orgoglio. Magari nella manovra siamo stati un po’ leziosi, potevamo far meglio. Sono cose di cui abbiamo parlato e su cui abbiamo lavorato, per cui mi aspetto miglioramenti da questo punto di vista e vorrei vedere del cinismo. Abbiamo sbagliato situazioni che potevano facilitare l’andatura della partita”.
Centrocampo a due anche dall’inizio?
“Dipende da come lo conti: può essere a due, a tre o a quattro. Anche quelli sotto la punta io li considero centrocampisti. Questo non è un ritiro estivo, non dimentichiamolo: non c’è tempo di mettere in mostra le proprie idee. Rimaniamo sulle certezze, prima del Monterrey abbiamo avuto appena due giorni al completo. Dopo la partita abbiamo concesso 48 ore per riprendersi perché la squadra viene da nove mesi di battaglie e il recupero è una parte fondamentale. Per chi gioca ogni tre giorni, l’allenamento migliore è il recupero. Parliamo di giocatori evoluti, che sanno fare determinate cose e che capiscono al volo le nostre richieste”.
Che ricordi hai di Nagatomo?
"Conservo ottimi ricordi di Yuto, sono contento stia facendo ancora bene. Ho parlato anche con Suzuki, suo compagno di squadra in nazionale: gli ho fatto i complimenti e gli ho mandato un abbraccio".
Che pensi dei giocatori giapponesi?
"Adoro il popolo e la vostra cultura, la disciplina e il rigore che mettete in tutto ciò che fate. E' qualcosa da cui tutti dovrebbero prendere spunto. Spero un giorno di poter visitare il Giappone".
Contenti del cambio climatico?
"Dipende da quale punto di vista lo guardi. Qui abbiamo trovato un'ottima struttura di allenamento, come l'avevamo anche a Los Angeles. Per noi è importante avere tutto a disposizione per fare un buon lavoro. A Seattle è un po' più fresco, ma siamo appena arrivati, l'obiettivo è solo allenarsi e giocare al meglio".
Con una parola, che Inter vorresti?
“Una squadra dominante la vorrebbero tutti gli allenatori. Bisogna tirare fuori le qualità tecniche, la personalità, la voglia di avere il pallino del gioco in mano e dettare tempi e trovare soluzioni. E’ il sogno di tutti gli allenatori. Vorremmo farlo anche noi in un futuro breve, già da domani, ma anche quando avremo più tempo a disposizione per fare un certo tipo di lavoro”.
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