“Thiago è un giocatore chiave nel mio schema. È un leader, il capitano della squadra, praticamente un allenatore in campo. È una guardia di sicurezza per noi là dietro. Ci alleniamo sempre a ripartire con la palla da dietro, parlo molto con la difesa proprio di questo aspetto. Mi piace il possesso palla e mi piace continuare a giocare. Ma voglio essere molto chiaro: se sei sotto pressione, non ha senso giocare troppo ‘bonito’ perché se perdi palla, è finita. La mia filosofia è nessun rischio e massima concentrazione: se segnano, deve essere per merito loro, non per nostri errori. Molti dei miei giocatori sono padri di famiglia – ha continuato il tecnico brasiliano -. Così chiedo loro: ‘Voi camminate per il centro commerciale con vostro figlio di un anno e mezzo e gli voltate le spalle?’. Nessuno lo fa… È la stessa identica cosa in una partita di calcio. Se non siete concentrati, succederà qualcosa di brutto. Tempesta? La natura è natura, non posso combatterla. E queste sono le regole. In Brasile giochiamo sotto la pioggia, sotto i fulmini, sotto tutto. Qui, se un fulmine cade a 10 km di distanza, ci si ferma… Ma, se la partita si interrompe, la cosa più importante è restare sul pezzo”.
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