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Dietro la crisi Inter: “Inzaghi senza piano B e non solo. Un errore è quasi grottesco”

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Dietro il momento di crisi dell'Inter di Simone Inzaghi, reduce dal pareggio contro la Fiorentina di sabato

Alessandro Cosattini

Dietro il momento di crisi dell'Inter di Simone Inzaghi, reduce dal pareggio contro la Fiorentina di sabato. Pesa sicuramente l'assenza di Marcelo Brozovic, ma non soltanto. E oggi il Corriere dello Sport approfondisce ciò che sta succedendo nell'ambiente nerazzurro, dove è arrivata una sola vittoria contro la Salernitana nelle ultime sette partite. Stanchezza più mentale che fisica, limiti ed errori: ecco cosa non va nell'Inter.

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"L’Inter ha perso smalto, condizione, fiducia, ma ha perso soprattutto la consapevolezza di sé. Non riesce più a ritrovarsi, non sa più chi cercare. Se davvero è determinante l’assenza di Brozovic, allora la colpa è presto trovata: il mercato di gennaio. Cedere Sensi è stato un errore quasi grottesco, una squadra che punta allo scudetto non può non avere un sostituto di livello per ogni ruolo, figuriamoci per un ruolo delicato come quello del regista. Era un giocatore spesso infortunato, ma nella Samp, da quando è arrivato a Genova, ha saltato solo una partita. Sarà il clima… A capo della manovra Inzaghi ha messo prima Vecino (con Vidal), poi Calhanoglu. Risultati pessimi. Tuttavia l’assenza di Brozovic incide nel momento nero dell’Inter in minima parte. La squadra ha smesso di vincere (e di giocare) quando il croato era ancora in campo. Le due partite col Liverpool hanno messo fuori strada l’Inter e i suoi osservatori. L’Inter perché in quelle due gare ha consumato un’energia di cui forse non disponeva, l’ha cercata nell’orgoglio e nel carattere.

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Molti indicano il derby come il punto di svolta, come la partita che ha cambiato il destino dell’Inter. In effetti la botta è stata pesante. Aveva comandato il gioco per 75 minuti, poi, nel giro di 180 secondi, è stata rimontata e battuta. Da allora 7 partite, una vittoria contro l’ultima in classifica, quattro pareggi e due sconfitte, 9 gol segnati, ma 5 tutti in una volta contro la Salernitana. Fisicamente è una squadra spenta, quasi sfinita in alcuni giocatori-chiave come Barella e Perisic. C’è stato un momento in cui Inzaghi avrebbe dovuto rinfrescare, rinnovare, ricaricare. L’Inter è stata per due terzi di stagione sempre uguale a se stessa, 11 titolari più le riserve, di cui l’allenatore si fida fino a un certo punto, fatta eccezione per Darmian. Per rinunciare a Barella, Brozovic e Calhanoglu deve esserci un problema serio, non li ha mai fatti respirare, nemmeno quando aveva Sensi in organico. Come accadeva nella Lazio, anche nell’Inter è mancato il piano B di Inzaghi. Si va avanti col 3-5-2, con i riferimenti chiari ed evidenti per tutti, avversari compresi. Scelta che paga, e bene, finché le energie sorreggono l’impalcatura, poi ci vogliono le idee e le alternative, che puoi trovare pronte se sono state più o meno utilizzate. In caso contrario la situazione si complica. L’Inter è mancata anche in questo periodo sul piano della personalità, con molti più assenti la Juventus, pur con un gioco modesto, ha infilato una serie di vittorie recuperando in classifica", si legge.

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