Considerato da tempo uno dei migliori talenti prodotti dal settore giovanile dell'Inter e dell'intero calcio italiano, Sebastiano Esposito sta vivendo la sua prima stagione lontano da Milano, divisa tra SPAL prima e Venezia poi, in un percorso di crescita in cui non sono mancate le comprensibili difficoltà che un ragazzo di soli 18 anni può incontrare. Intervistato da Goal, l'attaccante classe 2002 si è raccontato, fra sogni e obiettivi, fra presente e futuro: "L'anno scorso ho fatto abbastanza bene con l'Inter, uno dei club più importanti al mondo, quest'anno ho trovato un po' di difficoltà sia alla SPAL che all'inizio qui a Venezia, ma mi fa piacere che venga considerato il mio valore".
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Esposito: “Sogno la Serie A, Lukaku mi dà consigli. Inter? A giugno vedremo”
L'attaccante classe 2002 si sta rilanciando con la maglia del Venezia: "Con l'Inter abbiamo fatto la scelta giusta"
Seba, dal giocare con i tuoi coetanei al salto in Serie A con l'Inter. Adesso in Serie B stai notando molte differenze?
"Il divario tra Serie A e Serie B quest'anno non è tanto perchè in B ci sono tanti giocatori di qualità, penso alla Reggina che lotta per salvarsi e ha gente come Denis, Menez... o il Lecce che ha praticamente la stessa squadra con cui l'anno scorso ha giocato in Serie A, pareggiando peraltro con noi dell'Inter. La differenza però comunque c'è perchè non si può nascondere che in Serie A ci sono dei mostri, dei campioni di un altro livello e il fatto che ci siano questi fenomeni fa bene al calcio italiano, ma purtroppo ci sono pochi giovani italiani".
Tu la tua occasione l'hai avuta e l'hai sfruttata benissimo. Conte ti lancia in campo dall'inizio a San Siro, contro il Genoa, in tandem con Lukaku e tu non solo giochi un'ottima gara, ma realizzi anche il tuo primo goal, trasformando un calcio di rigore a partita tutt'altro che chiusa, sul punteggio di 2-0 al 64'. Ti ha emozionato di più vedere Romelu consegnarti il pallone o sentire il pubblico che gli chiedeva a gran voce di farlo?
"Eh, scelta difficile. Entrambe. Ti dico entrambe. È stata una riconoscenza nei miei confronti sia del pubblico che poi di Romelu. Io, un ragazzino di 17 anni, che viene acclamato dal pubblico per tirare il rigore, al quale viene passata la palla da uno degli attaccanti più forti al Mondo: penso sia un'emozione unica. Non riesco a spiegare quell'emozione, in quel momento non riuscivo a pensare e ho avuto l'incoscienza dalla mia parte: se dovessi calciare quel rigore adesso che sono un po' più cosciente, non ti nascondo che ci penserei dieci volte in più".
Con Lukaku hai conservato un ottimo rapporto, so che vi sentite ancora. Gli hai chiesto qualche consiglio per questa tua annata difficile?
"Sì, anche se lui le difficoltà che ho avuto io quest'anno non le ha mai avute, in primis perchè è un campione e poi è cresciuto all'estero dove non si fanno troppi problemi con i giovani, però sì mi ha sempre dato molti consigli anche fuori dal campo, ci scriviamo spesso. Ma ad esempio anche il bomber che abbiamo in squadra, Forte, mi ha dato un sacco di consigli perché lui queste cose le ha già passate. Ha fatto il mio stesso settore giovanile, ha giocato in Coppa Italia con l'Inter, è tornato in Serie C, in B, poi all'estero... So che non sono il primo nè sarò l'ultimo a scendere in B dopo aver giocato in Serie A, ma io voglio tornare da dove sono partito, anche se so che è difficile".
Un tatuaggio che hai sul braccio destro recita "Ama il tuo sogno anche se ti tormenta". Riferendoti a quel sogno lo avevi fatto e qual è il sogno che ti tormenta, adesso?
"Il tatuaggio l'ho fatto circa a 16 anni, poi il mese dopo ho fatto il mio esordio. Il sogno era quello di diventare un calciatore professionista... quindi subito realizzato. Di sicuro non mi aspettavo di fare tutte le belle cose che ho fatto con l'Inter. Il sogno che ho adesso è il contrario: non pensavo di avere tutte queste difficoltà e adesso sogno di superarle e tornare dove tutto è partito. So però che sono difficoltà che fanno parte del percorso, io ho fatto tutto molto presto e quindi anche le difficoltà ovviamente sono arrivate molto presto".
Prima parlavamo di sogni, tornare in Serie A proprio con la maglia del Venezia è uno di quelli?
"Il mio primo sogno intanto è far bene qua. Abbiamo un'occasione unica, io sono arrivato quando le cose stavano già andando bene, ma prima di gennaio c'è stato un grande lavoro da parte di tutti. Il mister ci ricorda sempre che all'inizio il Venezia era penultimo, a un certo punto è arrivato ad essere secondo. Quindi tutto è possibile se dai del tuo meglio, è logico che ci sono squadre più forti ma secondo me ci sono poche squadre con un gruppo come il nostro".
Il Venezia ti sta regalando una bella sfida, ma pensi mai al fatto che l'anno scorso facevi parte praticamente della stessa rosa che quest'anno si ritrova a vestire i panni della favorita per lo Scudetto?
"A volte ci penso, sono sincero. Ne ho parlato qualche giorno fa con Tommaso Berni, lui poverino è stato sei anni all'Inter e adesso che è andato via i ragazzi possono, anzi dico possiamo perché io sono comunque un tifoso, riuscire a vincere lo Scudetto... Sì, mi dispiace non esserci ma credo che insieme all'Inter abbiamo fatto la scelta giusta e cioè quella di farmi crescere. Abbiamo intrapreso questo percorso che non so quanto durerà, se solo altri tre mesi, un altro anno o altri tre anni, a giugno vedremo, ci siederemo a tavolino e valuteremo ciò che è meglio per il mio futuro".
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