La proprietà commutativa salva l’Inter e inguaia i cronisti spagnoli. Tre spettatori interessati

In tribuna stampa al Meazza ieri sera c’era già qualche giornalista catalano. Inter-Barcellona incombe, per cui qualcuno ha deciso di anticipare il volo per l’Italia per raccontare anche l’avvicinamento dei nerazzurri alla semifinale di ritorno di Champions League. Vedendo le scelte di formazione di Inzaghi e l’avaro spettacolo dei 90’  col Verona almeno un pizzico di pentimento ci sarà stato, magari però disinnescato da appuntamenti culinari pre e post partita e da un giro per le vie del centro.

A poco altro, infatti, è servito presentarsi prima a Milano. La squadra scesa in campo rischia seriamente di essere totalmente diversa da quella che giocherà martedì: l’unico dubbio rimane il recupero di Pavard, al posto del quale nel caso ci sarà uno tra Bisseck e Darmian. Neanche lo straccio di un titolare, dunque, per raccogliere la benché minima indicazione. Nella sua versione della proprietà commutativa, Inzaghi ha cambiato l’ordine degli addendi tra campo e panchina, trovando comunque il risultato che cercava.

Se non ai cronisti spagnoli, la partita sarà servita ai dirigenti nerazzurri per raccogliere altre indicazioni in vista della prossima estate. L’Inter dovrà lavorare tanto per allungare il più possibile la rosa. Marotta, Ausilio e Baccin lo sanno e su diversi fronti dovranno fare valutazioni importanti. C’è chi come Asllani ha sfruttato la chance per mandare un segnale, chi come De Vrij e Carlos Augusto si è confermato una garanzia e chi, tra scale di grigio, ha lasciato sbiadire il termometro della convinzione di poter essere protagonista in nerazzurro.

L’Inter tiene intanto acceso il lumicino della speranza, quando mancano tre giornate alla fine del campionato. Il fascicolo scudetto tornerà d’attualità da mercoledì, qualsiasi sarà il risultato della partita con il Barcellona. Da quel momento ci si potrà concentrare solo su quello, ben consapevoli di non avere comunque il destino nelle proprie mani. “Chi vince scrive la storia, gli altri la leggono”, ha detto Conte ieri pomeriggio a Lecce. Cinico, ma legittimo. Fermo restando che ci sono diversi modi di scrivere la storia…