Herrera e Suarez, per portare l'Inter sul tetto d'Italia, d'Europa, del Mondo. I giornali, 20 anni prima di incollare il soprannome a Diego Armando Maradona, lo ribattezzarono "Pibe de Oro". Herrera, nel giorno della presentazione in nerazzurro, lo etichettò così: "Ha la velocità di Bicicli, il palleggio di Corso, la forza di Lindskog, il dribbling di Sivori, il tiro di Altafini". Il calciatore perfetto, insomma: regista e trequartista, assistman e finalizzatore.
Ha letteralmente architettato i trionfi nerazzurri: lui, il 10 della Grande Inter, assieme ai compagni formò quella filastrocca unica e leggendaria di nomi che conquistarono 3 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali. C'è uno schema classico che davvero oggi riempirebbe tutte le bacheche di appassionati, esperti, studiosi: Suarez dribblava, poi quasi con leggerezza, lanciava. Il pallone arrivava sempre, 40 metri più avanti, prima che tutti potessero capire. E quel pallone era lì, si adagiava preciso per la corsa del compagno, la maggior parte delle volte Giacinto Facchetti.
L'amicizia con Armando Picchi, il legame con tutto il mondo nerazzurro, la voglia di trasmettere la propria idea di calcio anche nelle vesti di allenatore e commissario tecnico. Al servizio dell'Inter, si è seduto per tre volte sulla panchina nerazzurra, poi nelle vesti di osservatore e dirigente ha firmato, tra gli altri, l'arrivo di Ronaldo. Oggi avrebbe compiuto 90 anni una Leggenda che ha ispirato generazioni. Come predicava Helenio Herrera, "Se non sapete cosa fare, date palla a Suarez".
(Fonte: Inter.it)
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