Ultimo aspetto, la proprietà. L’Inter oggi può appoggiarsi alle solide spalle di un fondo che gestisce 203 miliardi di dollari. Non c’è più la spada di Damocle del debito in capo alla controllante, semplicemente perché il creditore è diventato azionista. Quei 275 milioni prestati a Zhang e non rimborsati dal vecchio proprietario, lievitati a 390 milioni con gli interessi, rappresentano ora l’esposizione di Oaktree sull’investimento in Inter, in aggiunta ai 52 milioni di ricapitalizzazione.
Un totale di 440 milioni, a fronte di un enterprise value dell’asset nerazzurro che, al momento, si può stimare in 2 miliardi di euro: tolti i 400 milioni di bond, fanno almeno 1,5 miliardi di equity value per Oaktree. Cosa significa? Due cose. Il fondo Usa ha fatto un affare a prendere l’Inter. E, volendo, c’è spazio per finanziare la crescita, a patto di rispettare i parametri della sostenibilità.
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