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Sala: “San Siro? Comune non pagherà costi demolizione. I fondi spero restino al quartiere”

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Il sindaco di Milano è tornato a parlare dello stadio, del progetto di Inter e Milan e degli interessi del Comune
Eva A. Provenzano Caporedattore 

Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ieri pomeriggio, a margine di una tappa del tram dedicato alla Liberazione, è tornato a parlare dello Stadio di San Siro e del suo destino. Il primo cittadino ha sottolineato: «Sarà importante definire cosa fare con i fondi della vendita del Meazza. Lascio al Consiglio comunale la decisione su cosa si farà di quei fondi. Suggerisco che siano concentrati su chi vive nel quartiere, perché stiamo parlando di 7/8 anni di lavori».

«Oggi è vero che le tecniche costruttive sono meno invasive di una volta, e lo dico dopo essere stato alle nuove terme di Milano dove un lavoro imponente è stato fatto senza creare alcun disturbo ai residenti. Ma credo comunque che i residenti abbiano diritto a una restituzione, perché sono 7-8 anni di lavori. I fondi era già previsto che fossero focalizzati lì, io ribadisco che devono essere a beneficio degli abitanti del quartiere», ha aggiunto sulla vicenda Sala.


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Riferendosi poi al progetto presentato da Inter e Milan per la costruzione del nuovo impianto il sindaco ha detto: «Stadio ampio? Una cosa positiva è che sarà uno stadio con più di 70mila posti. Questa è stata anche una richiesta del Consiglio comunale. Io sono sempre stato favorevole al progetto e continuo a esserlo. Faremo rispettare le regole integralmente. Lo abbiamo detto anche alle squadre che quando comprano San Siro, se lo comprano, poi è un tema loro. Non è che se lo ristrutturano, lo abbattono o lo rigenerano il Comune può prendere parte ai costi», ha spiegato ancora.

«Sulle bonifiche invece non sappiamo come sia la situazione, si vede e poi si può trattare. Ci auguriamo che non siano molto significative, perché non è un’area che ha avuto una storia industriale, quindi non sono molto preoccupato. Va confermato poi il fatto che il 50% rimanga verde e che ci siano servizi in linea con le esigenze del quartiere. Quello che rimane del Meazza è una mediazione alle richieste iniziali delle squadre e quello che la Soprintendenza ha chiesto all’inizio. C’è stato un confronto anche con il Ministero e tutti avevano dichiarato soddisfazione su questo progetto», ha concluso.

(Fonte: Calcio e Finanza)