"È intorno ai 160 milioni la cifra che Palazzo Marino dovrebbe incassare dalla vendita dello stadio di San Siro e aree limitrofe, stando alle ultime fasi dell’accordo che il Comune ha limato con Inter e Milan". Lo scrive il quotidiano La Repubblica sul sito on line spiegando che la cifra stabilita per la cessione dell'impianto da parte dell'Agenzia delle Entrate scenderebbe così di 37 mln dato che la cifra considerata dall'AE era di 197 mln.

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San Siro, scende il prezzo per Inter e Milan? Ipotesi 160 mln

"Nella trattativa i club avrebbero cercato di tirare giù il prezzo, facendo leva sulle clausole della Legge Stadi che prevede che i costi delle bonifiche siano in capo all’amministrazione comunale. Per evitare di pagare l’intero importo (che secondo le prime stime potrebbe essere ben più alto di 30 milioni), l’accordo è fissare un tetto per far pagare l’extra alle squadre. Dunque, anche i club probabilmente parteciperanno ai costi delle bonifiche. Una soluzione che già a fine luglio aveva preso corpo. Ora, però, è arrivato il momento di farla digerire al Consiglio comunale, che entro la fine di settembre dovrà esprimersi sulla delibera per la vendita del Meazza", scrive il quotidiano.
Ma in consiglio comunale non è ancora arrivato un patto. Con il PD che è preoccupato, più che del pezzo di vendita, delle garanzie sul nuovo stadio: dal verde pubblico fino alla distanza dell'impianto dalle case limitrofe. Si cercherà anche una formula per evitare l'immediata rivendita dello stadio da parte dei due club. La discussione è rinviata ai primi di settembre ma a Milano c'è in corso un'inchiesta sull'edilizia che potrebbe incidere qualora si accertassero anomalie sulla questione di San Siro.

Le reazioni
—Intanto quest'oggi sono arrivati i commenti delle varie forze politiche su quanto sta accadendo e le voci sono state raccolte dall'ANSA: «Davvero sconcerta la notizia secondo cui il Comune sarebbe intenzionato a scalare 30 milioni di euro dai 197 che i fondi immobiliari che controllano Milan e Inter pagheranno per la proprietà di San Siro e delle aree limitrofe», commenta il consigliere Pd Alessandro Giungi. E che questi 30 milioni, secondo una miope lettura, sarebbero 'dovuti' in quanto la legge sugli stadi pone a carico del Comune i costi di bonifica per la realizzazione di un nuovo impianto".
Secondo Giungi infatti "non lo impone nessuno di utilizzare tale normativa", inoltre "se i fondi invece ne chiedono l'applicazione, dovrebbe essere ancora più chiara l'assenza di un qualsivoglia interesse pubblico in tutta l'operazione. E davvero è inutile dire che il ricavato della vendita andrà a finanziare opere di interesse generale, perché se questa fosse la logica allora la dismissione di ogni asset comunale - a prescindere da condizioni e motivazioni - potrebbe portare a fare cassa".
Critico anche Carlo Monguzzi dei Verdi: «Ecco la discontinuità: si fa peggio di prima. Ulteriore regalo ai fondi speculativi! Da 197 milioni a 160. Ora San Siro costa meno del Pirellino. È poi offensivo dire che il Consiglio deciderà come spendere i soldi: questo è il ruolo del consiglio comunale, non una concessione del monarca».
(Fonte: La Repubblica e Ansa)
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