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Adani: “Inter, uno scudetto in 4 anni non sono pochi, ma pochissimi. I conti non tornano”

Fabio Alampi Redattore 
L'ex difensore analizza il rendimento avuto dai nerazzurri nel periodo con Inzaghi in panchina e si interroga

Daniele Adani, nel corso della puntata di "Viva El Futbol", ha analizzato il pareggio dell'Inter contro la Lazio che rischia di compromettere definitivamente la corsa scudetto dei nerazzurri: "Se il Napoli vince lo scudetto con il punteggio più basso nell'era dei 3 punti, allora l'Inter ne ha fatto ancora meno. Sulle 38 partite ci sono errori, rimonte, situazioni... Ma se tu hai Pavard, Acerbi, Bastoni, poi hai Carlos Augusto, de Vrij, Bisseck, Darmian, Dimarco... Sono tanti. Non mi basta dire "è calato uno", perchè ce n'è un altro. Conte non ha quelli lì, deve inventarsi gente nei ruoli".

"Ragiono in ambito locale. La rosa dell'Inter, oltre che lunga, è anche forte: allora la colpa è doppia. In casa, in Champions, l'Inter ha battuto la Stella Rossa, l'Arsenal, il Lipsia, il Monaco, il Feyenoord, il Barcellona, pareggia con il Bayern Monaco. In campionato, in casa, batte l'Atalanta all'inizio, perde con il Milan, pareggia con la Juve, con il Napoli, con il Bologna, batte la Fiorentina, perde con la Roma, pareggia con la Lazio. Se tu sei la più forte in Serie A, i conti non tornano. È una cosa mentale? Tecnica? Di superficialità? Dobbiamo capire il perchè. Se certi giocatori hanno un certo status che ti ha portato in finale di Champions, perchè anche quando vai avanti latiti e stenti? Gli episodi ci sono, ma bisogna parlare del campo. Uno scudetto in 4 anni devono essere per forza non pochi, ma pochissimi".

"4 anni fa il Milan era inferiore. Poi c'è stato il discorso del Napoli, inventato, che a gennaio ti aveva già battuto. Pooi c'è stata la grande cavalcata che ti dà la misura della grande crescita. Secondo me l'aspetto non è tecnico: se sei così forte, se sei così cresciuto, e lasci tanto, questo va ricondotto a un lavoro non fatto completamente bene in ambito locale. Il silenzio stampa? Mi dispiace. Le parole degli addetti ai lavori sono il mezzo per arrivare alla gente".