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Bergomi: “Lippi cacciò Simeone, nessuno capì. Per tornare nell’Inter di ora serve coraggio”

Bergomi ha parlato di Diego Simeone e del suo possibile futuro all'Inter "Era un allenatore già in campo. La gente nerazzurra lo ricorda con molto affetto"

Francesco Parrone

L'ex difensore e capitano nerazzurro Beppe Bergomi, ai microfoni del quotidiano spagnolo AS ha rilasciato una bella intervista dove ha commentato le qualità dell'ex compagno Diego Simeone, finalista di Champions League con il suo Atletico Madrid.

La sua immensa carriera inizio con una grande vittoria in Spagna..."La Spagna mi ha regalato la mia vittoria più grande, vincere un Mondiale a 18 anni è una cosa unica. Però ricordo una sconfitta contro il Real quando ero all'Inter. Negli anni '80 era impossibile battere quella squadra".

Ha fatto la sua carriera all'Inter, dove ha giocato anche con Simeone. Che ricordi tiene del Cholo?"All'inizio non giocò nel suo ruolo adatto, faceva il trequartista e il pubblico di San Siro non gradiva. Con la sua personalità poi conquistò il suo spazio in mezzo al campo, dove sapeva fare tutto".

Perché lui lasciò l'Inter nel 1999?"Pagò come me il cambio di panchina da Simoni a Lippi. Io mi ritirai, mentre Pagliuca e Diego dovettero andare via. Fu una decisione dell'allenatore e ancora non conosco il motivo. Al Cholo dissi: 'guarda che stai andando alla Lazio, in questo momento è più forte dell'Inter'. E lui mi disse: 'ma in Sudamerica non la conosce nessuno (ride, ndr)'. Alla fine a Roma vinse lo scudetto e tre coppe".

In tanti dicono che Simeone fosse allenatore già quando giocava..."E' vero, era sempre concentrato . Io, lui e Zanetti parlavamo di tattica, voleva sempre analizzare le decisioni dell'allenatore. Non era ossessionato ma gli piaceva parlare di calcio".

Qual è stata la maggior virtù del Cholo da giocatore?"Quello che ha mostrato anche da allenatore. Lui è argentino e gli argentini sono forti. Hanno qualità tecnica ma anche mentale. Quando l'Italia affrontava l'Argentina sapeva che bisognava soffrire, anche se erano inferiori tecnicamente ci mettevano in difficoltà. Sono intelligenti, svegli, ti provocano...Diego aveva tutto questo".

Una partita del Cholo che non dimentica?"Il derby del 1998, quando abbiamo battuto il Milan per 3-0 in Serie A con una sua doppietta e un goal di Ronaldo. Vincemmo anche la Coppa Uefa insieme, ma questa partita mi è rimasta in mente. Segnò un goal con una girata spettacolare".

Lei ebbe l'opportunità di giocare in Spagna?"Si, alla fine della mia carriera mi cercò il Valencia che stava pensando di fare uno scambio con Angloma. Però dove sarei dovuto andare dopo tanti anni...dissi di no, ero nell'Inter ed ero felice".

Una bella storia, come quella che potrebbe scrivere il Cholo vincendo la Champions a San Siro..."Si, farebbe piacere a tutti. Sarebbe perfetto per lui e per il club. Questo è stato il suo stadio e l'Atletico non ha mai vinto questa coppa. E' come chiudere il cerchio, il finale felice di una storia".

L'Atletico è favorito? "Non lo so. Come mentalità si, ma il Real tecnicamente è migliore. Nessuno può pronosticare".

Simeone ha detto che un giorno potrà allenare l'Inter. Lo vedrebbe?"Chi lo sa. Tutti quelli che hanno affetto per questo ambiente vogliono tornare, anche Mourinho l'ha detto. In questo momento è difficile, l'Inter sta vivendo un momento difficile e servirebbe molto coraggio per prenderla in mano. Adesso, senza dubbio, sulla panchina c'è Mancini che è un altro grande allenatore. Lasciamolo lavorare, in futuro vedremo".

Ai tifosi piacerebbe..."Vincemmo solo una Coppa Uefa ma si ricorda molto di quella squadra e del Cholo. E' rimasto nella testa della gente. Avevamo un Ronaldo inarrestabile, ma il resto della squadra non era molto tecnico. Avevamo il cuore, era un gruppo che aveva anima. Come questo Atletico".

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