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Cerella: “Derby? Finirà 1-1, l’Inter deve sfruttare l’effetto Pioli. Su Icardi e Palacio…”

Andrea Della Sala

L'esterno dell'Armani Milano ha parlato della stracittadina che vivrà da tifoso nerazzurro

Sulla grande sfida di domenica sera tra Milan e Inter, si è sbilanciato anche Bruno Cerella, esterno dell'Emporio Armani Milano:  «Sono concittadino e amico di Rodrigo Palacio, che decise un derby con un gol di tacco, e da ragazzino tifavo per il Velez Sarsfield, la squadra che con Carlos Bianchi e Chilavert strappò un'Intercontinentale al Milan. Secondo voi da che parte starò domenica sera? E dire che vengo da Bahia Blanca, che è la nostra città del basket: da qui è partito Manu Ginobili, mentre non abbiamo offerto troppe stelle alla Nazionale di calcio, escludendo Palacio e Daniel Bertoni. Non abbiamo la tradizione di Buenos Aires o Rosario».

Domanda d'obbligo per un argentino di stanza in Italia: qual è la differenza tra il derby milanese e il Superclasico Boca-River? 

 «Io amo Milano, ma non c'è nulla come Boca-River, nel bene e nel male. L'adrenalina del giorno della partita è indescrivibile, il brutto è che non puoi viverla allo stadio portando la famiglia, a livello di sicurezza la situazione non è semplice. Ma resta un evento con un fascino unico».  

Come finirà domenica? 

 «Uno a uno dopo un match tiratissimo. Il Milan è favorito d'obbligo, sta giocando meglio, ma l'Inter può sfruttare l'effetto del cambio di allenatore, che porta nuova energia e toglie punti di riferimento all'avversario».  

La scelta di Pioli l'ha convinta? 

 «Sì, è uno dei tecnici della serie A che ho sempre apprezzato. Alla Lazio, al Bologna, prima ancora al Chievo».  

Ha dato qualche consiglio al suo amico Palacio? 

 «Non ne ha bisogno. Conosco il percorso di Rodrigo sin dall'inizio, so quali sacrifici ha fatto per emergere dalla terza categoria argentina, merito di una dedizione pazzesca. Ci conoscevamo già a Bahia Blanca, a Milano siamo diventati amici e ogni tanto andiamo a mangiare l'asado nel ristorante di Javier Zanetti. Anzi, del Capitano».  

Da connazionale, invece, cosa pensa di Mauro Icardi sempre al centro dell'attenzione? 

 «Non lo conosco personalmente, per questo non lo giudico fuori dal campo. In campo è indiscutibilmente un grande talento, che sa sopportare anche grandi pressioni. Icardi potrebbe meritare un'opportunità con l'Argentina».  

Lei gioca per un patron, Giorgio Armani, fortemente legato a Milano, mentre il 2016 di Inter e Milan coincide con il passaggio ai cinesi: che effetto fa? 

 «Dal mio punto di vista, ringrazio il signor Armani per la passione per lo sport e per l'attaccamento alla città, ha creato un progetto straordinario. Se penso a Inter e Milan, vedo cicli arrivati al termine, e non ne faccio una questione di provenienza: non c'è più spazio per le gestioni del passato e ora conta il business. Mi auguro che ci sia un bel progetto per entrambi i club, Milano ha bisogno di Inter e Milan al vertice».  

Chi prenderà in giro in caso di vittoria nerazzurra? 

 «Andrea Cinciarini e Zoran Dragic, che è sempre stato ammiratore di Kakà. Dato che abito a pochi metri da San Siro, li ho portati a vedere Milan-Juventus».  

E ha visto il gol di Locatelli: spaventato? 

 "Un po', lo ammetto, il Milan è una squadra quasi con la "garra" argentina, con tanti giovani che hanno fame e faccia tosta. Spero che domenica si calmeranno un po'...".  

(Tuttosport)