- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
Getty Images
Prima ancora che stratega, Cristian Chivu si è calato nei panni dello psicologo. È quello che i senatori dello spogliatoio interista si aspettano da lui perché dopo un finale di stagione così drammatico dal punto di vista sportivo, serve un reset mentale più che nozioni di tattica e cambi modulo.
"Prima psicologo e poi stratega. Questo è il Chivu che vogliono i senatori dello spogliatoio interista. Discorsi al gruppo e colloqui a quattr’occhi. Tanto orecchio e poche parole giuste. Niente a cui un (ex) allenatore delle giovanili non sia abituato, anzi. Ma c’è tanto da lavorare. Chi si aspettava gradualità da parte del nuovo arrivato è rimasto spiazzato. Del calcio di Chivu, nella prima gara al Mondiale per club, si è avuto più che un assaggio. Alla vigilia, il tecnico aveva spiattellato così la sua filosofia, materia che con la psicologia si parla: «Mi interessano più i princìpi dei moduli». All’atto pratico, ha lavorato su entrambi", si legge su Repubblica.
"Fra i primi, mettiamo la difesa alta, il pressing forte sul portiere avversario e la determinazione nel recupero palla. Quanto ai secondi, Chivu ha aspettato appena un’ora per proporre una variante al 3-5-2 inzaghiano, con cui aveva schierato la sua Inter all’inizio: 3-4-2-1. Per restare in ambito nerazzurro, è il marchio di fabbrica dell’Atalanta. Di tutte le cose viste in campo la più interessante è questa: calcio d’angolo per il Monterrey, interisti che si dannano a occupare ogni angolo dell’area, il solo Sergio Ramos marcato a uomo da Acerbi. Il meccanismo si è inceppato e Ramos ha segnato".
"L’obiettivo è recuperare prima della fine del girone Çalhanoglu, Dumfries e Frattesi, tutti fermi. In generale, l’Inter è indietro di forma. O forse è troppo avanti, consumata dopo una stagione massacrante. Non si può dire certo che per l’Inter sia stata buona la prima, ma dopo la disfatta col Psg era importante non perdere".
(Repubblica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA