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Condò: “Inter e Milan campioni d’Italia anomale. Chi vince di solito si rafforza”

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Del momento di crisi di Inter e Milan e della corsa alla qualificazione alla prossima Champions League ha parlato il giornalista Paolo Condò

Andrea Della Sala

Del momento di crisi di Inter e Milan e della corsa alla qualificazione alla prossima Champions League ha parlato il giornalista Paolo Condò sulle pagine di Repubblica. "In un anno l’Inter ha smarrito 14 gol e il Milan 7, e fin qui il dato ci sta perché sono squadre che hanno nettamente peggiorato la loro classifica. Ma anche la Roma ha segnato molto meno (39 gol contro 47), e perfino la Lazio seconda è indietro in modo esagerato (46-58, meno 12). Naturalmente le romane spiegano la loro eccellente classifica col miglioramento in difesa, mentre le milanesi hanno perso il loro margine perché i gol subiti sono seccamente aumentati".

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"Ma è a quelli in meno realizzati che vogliamo tornare: un classico dei post-gara di Inzaghi e Pioli è diventato il ragionamento “se Tizio avesse segnato parleremmo d’altro” o “se Caio non si fosse impappinato davanti alla porta avremmo un’altra classifica”. Beh, siamo d’accordo. Il problema infatti è che Tizio non ha segnato e Caio si è impappinato, vanificando la quantità di palle-gol costruite e permettendo per esempio alla pallonata di Candreva di avere un effetto devastante".

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"L’Inter e il Milan sono stati campioni d’Italia anomali. Chi vince lo scudetto generalmente si rafforza, grazie ai maggiori incassi, ai premieuropei, all’entusiasmo delle proprietà. Inter e Milan invece sono state indebolite: la prima ha dovuto cedere un Lukaku da 24 gol, Hakimi ed Eriksen (il danese per motivi slegati dal bilancio), finendo per giocarsi anche la permanenza di Conte. La seconda ha perso Kessie ma soprattutto ha distillato da un mercato molto giudizioso — forse troppo — una sola aggiunta vera, il difensore Thiaw, fallendo l’evidente necessità di “comprare” nuovi gol", chiude il giornalista

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