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De Calò: “Nuovo stadio da 60mila per Inter e Milan? Ci sfugge qualcosa. Madrid esempio”

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Sul nuovo stadio per Inter e Milan, da 60mila posti e ancora in coabitazione, ha detto la sua il giornalista Alessandro De Calò sulle pagine de La Gazzetta dello Sport

Andrea Della Sala

Sul nuovo stadio per Inter e Milan, da 60mila posti e ancora in coabitazione, ha detto la sua il giornalista Alessandro De Calò sulle pagine de La Gazzetta dello Sport:

Probabilmente ci sfugge qualcosa sull’ipotesi del nuovo stadio che dovrebbe sostituire San Siro. Forse un algoritmo, oppure dati che non conosciamo anche se mastichiamo sport e calcio da qualche decennio, in Italia e nel mondo. La capienza, per cominciare. Si è parlato di 60 mila posti, più o meno. Un paio di settimane fa, per il derby finito alla pari, c’era il tutto esaurito nei limiti del 75 per 100 di capienza col distanziamento imposto dal governo per il Covid. Risultato: 56.688 spettatori secondo il dato ufficiale. Senza pandemia è probabile che San Siro si sarebbe riempito come un uovo per un Milan-Inter del genere. Dunque se, per ipotesi, traslochiamo la situazione nel nuovo stadio ci accorgiamo che 20 mila persone sarebbero rimaste fuori. Non interessa? Può darsi. Però, vista la quantità della domanda e i limiti fisici dell’offerta, c’è anche la possibilità che il prezzo dei biglietti possa aumentare in modo esponenziale e non solo per l’inflazione. Quando Inter e Milan, nel luglio 2019, avevano presentato il progetto di fattibilità – non solo dello stadio ma di un intero distretto con uffici, ristoranti e centri commerciali – le due squadre avevano appena raggiunto una media record di spettatori (61 mila i nerazzurri, 54 i rossoneri) che non si vedeva da 15 anni. Eppure i loro percorsi in campionato non erano stati esaltanti: Inter quarta a 21 punti dalla Juve campione, Milan quinto fuori dalla Champions. Si cominciava a vedere una nuova linea di tendenza, interrotta dalla pandemia. Possibile che i due club, conoscendo questi numeri, progettassero – allora – un futuro chiuso in una gabbia da 60 mila posti? Nessun altro grande club nel resto d’Europa ha fatto un passo del genere.

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Da Madrid viene l’esempio concreto di quello che potrebbe diventare San Siro se ci fossero una visione e una prospettiva. Non si può ristrutturare? Date un occhio a quanto è migliorato e guardatevi su You Tube i video di come diventerà il Bernabeu, a lavori finiti, con la copertura totale e il campo tagliato a fette che sparisce sotto terra. Si dice che San Siro sia la Scala del calcio. Se ne parla continuamente, dell’effetto che fa, tipo sui giovani compagni di Ibra decollati col primo lockdown. San Siro condiziona da vuoto e da pieno. Bene, vuol dire che ha un’anima, oltre che una storia e un prestigio mondiale. Il calcio è fatto anche di emozioni e sentimenti, non solo di conti in banca, esattamente come l’architettura che lo contiene, lo racconta e lo tramanda. Penso che Moratti sia solo la punta di un iceberg fatto di gente che non vuole demolire San Siro. Credo che questo “senso di permanenza” non rientri nella logica di un fondo d’investimento americano o nella missione dei cinesi che, per ora, controllano Milan e Inter. Controllano fino a quando? Fanno il loro mestiere, è normale, bisogna vedere se ci basta. E poi, è possibile che a Milano continui l’anomalia di uno stadio condominiale? Tutti i grandi club del mondo hanno il proprio. Magari con l’assist dell’Olimpiade (l’icona San Siro serve per l’inaugurazione), Milan e Inter riusciranno ad abitare due case come è successo una decina di anni fa con Juve e Torino. Ci guadagnerebbe anche la città.

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