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Di Caro (GdS): “Spadafora scaricabarile sulla Lega. Non serve Churchill, basterebbe…”

Il giornalista de La Gazzetta dello Sport ha commentato le dichiarazioni del Ministro dello Sport e del presidente della Lega

Andrea Della Sala

Sulla pagine de La Gazzetta dello sport il giornalista Andrea Di Caro ha commentato la situazione di emergenza in Italia che si riflette anche sul calcio e le decisioni contrastanti prese dai vertici della Serie A.

"È nel mare in tempesta che si vedono i capitani. Quelli che indicano la rotta e si prendono la responsabilità. È quando sale la paura e cresce la confusione che ci si affida a chi deve decidere, sperando di sentire voci ferme, sicure, che non possono prevedere il futuro, ma sanno affrontare il presente con scelte anche impopolari, ma figlie di conoscenze, strategie, informazioni. Mostrando di sapere di cosa si sta parlando e di conoscere le conseguenze di ciò che si decide. Senza cambiare idea dalla notte alla mattina. Dichiarazioni pilatesche, scaricabarile e accuse non sono degne di chi ha importanti ruoli istituzionali. Non pretendiamo di scoprire nuovi Churchill che parlino al Paese e che promettano lacrime sudore e sangue, ma anche la vittoria alla fine del percorso. Ci basterebbe non assistere al triste balletto di un ministro dello sport che la sera alle due di notte partecipa al decreto del consiglio dei ministri che prevede partite a porte chiuse e la mattina, rispondendo a un post del presidente dell’Aic Tommasi, chiede di sospendere il campionato rinnegando lo stesso decreto.

Se davvero pensava fosse necessario non giocare doveva spingere il governo a prendere una decisione diversa e netta. Invece ha scaricato tutto sulla Lega e sul presidente Dal Pino, che pare diventato l’orsetto del luna park su cui sparano tutti. E non lo merita. Il governo può fermare un campionato se ritiene che sia pericoloso far giocare i giocatori o far uscire da alcune regioni gruppi di persone. Ma non si può fare un decreto e poi consigliare alla Lega di prendere una decisione coprendosi dietro l’autonomia dello sport.

Anche il post di Tommasi e la bozza poi rientrata di sciopero dell’Aic ha lasciato molto a desiderare dal punto di vista della tempistica e della gestione comune della situazione. I calciatori che chiedono di rispettare la salute, poi si abbracciano e baciano in campo - vedi il mucchio selvaggio dopo il gol di Dybala - lasciano riflettere sul rispetto delle raccomandazioni sanitarie. Domani è previsto un consiglio federale. Ma è al governo e a chi lo rappresenta che si chiede cosa fare: si mettano sul tavolo tutti gli elementi e poi si prendano le scelte che la situazione estremamente seria richiede: con fermezza e convinzione, senza balletti di chi sembra calato in un mondo che non conosce. Non c’è bisogno di Churchill e speriamo neanche di lacrime e sangue. Dovrebbe bastare seguire ciò che ci viene raccomandato e accettare le decisioni di chi, visti i ruoli, dovrebbe avere conoscenze, credibilità e leadership".