Diego Costa: “Trattato dal Chelsea come un criminale. Conte senza carisma, Mourinho…”

Intervistato dal Daily Mail, Diego Costa ha raccontato diversi retroscena che hanno portato il Chelsea di Antonio Conte a escluderlo dalla rosa della squadra per questa stagione: "E' stata un'estate strana. Se mi aspetto un messaggio da Conte? No, sapete che l'allenatore non mi vuole. Sto aspettando che il Chelsea mi liberi. Non volevo andarmene, ero felice, ma quando l'allenatore non ti vuole devi andartene. I miei compagni mi scrivono "ci manchi" e che mi vogliono bene, parlo spesso con i ragazzi, in particolare con Fabregas, David Luiz e Willian, mi chiedono come sto, mi vogliono bene davvero per la persona che sono. Perchè è andata a finire così? Non parlo per gli altri, parlo solo per me. Ho disputato una grande stagione, ho lottato fino all'ultimo in ogni partita. A gennaio le cose sono cambiate con l'allenatore. Ero sul punto di rinnovare, poi la società ha messo un freno: sospetto che dietro questa decisione ci sia l'allenatore. Le sue idee sono molto chiare, ho visto che tipo di persona è. Ha la sua opinione e non la cambierà. Lo rispetto come allenatore, ha fatto un gran lavoro, ma come persona non ha carisma. Mourinho? Mi ha chiamato per sapere come stavo, mi ha augurato buona fortuna. Non ho mai avuto problemi con lui, abbiamo un forte legame. Tutti erano tristi per come sono andate alla fine le cose per lui al Chelsea. Non puoi essere scaricato con un messaggio, bisognerebbe essere onesti e diretti e dire le cose in faccia. Ero arrabbiato, ora sono più calmo. Non ho cancellato il messaggio, se le gente mi accuserà di mentire lo mostrerò. Mi dispiace soprattutto per i tifosi, mi hanno sempre trattato bene. Per il momento non adirò a vie legali. Perchè non mi lasciano andare se non mi vogliono? Il mio desiderio è quello di andare all'Atletico, ho rifiutato altre offerte, loro vogliono vendermi in Cina o a altre squadre. Il Chelsea vuole che mi alleni con la squadra riserve, n

">on mi avrebbe permesso l'accesso allo spogliatoio della prima squadra e non avrei dovuto avere alcun contatto con i ragazzi: non sono un criminale! Non credo sia giusto essere trattato così dopo tutto quello che ho fatto. Non tornerò per allenarmi con le riserve. Sono disposto a restare in Brasile un anno senza giocare e senza stipendio, tornerò più forte".