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Facchetti: “Giacinto e Scirea, i prediletti di Bearzot. Banderuole? Icardi per esempio…”

Mauro Icardi
Il libro, fresco di stampa, racconta la storia dei Capitani più rappresentativi. Una storia da tramandare
Redazione1908

Si intitola "Capitani" l'ultimo libro scritto da Gianfelice Facchetti. Il tema è più che mai attuale, ridefinito anche dalla difficoltà sempre più grande di trovare calciatori con le caratteristiche di appartenenza adatte a sposare i colori di una squadra per (quasi) sempre. Capitano è il calciatore che rappresenta più di tutti la sua squadra, in campo, nello spogliatoio e anche fuori. Come Gigi Riva, che "non fu mai capitano: la sua leadership era così evidente che non aveva bisogno della fascia".

Facchetti: “Giacinto e Scirea, i prediletti di Bearzot. Banderuole? Icardi per esempio…”- immagine 2

"Un capitano minore al quale sono legato? Bruno Bolchi, perché senza di lui, forse, non sarei nato. È stato il primo capitano di papà all'Inter. E gli prestò la macchina per raggiungere una balera nel lodigiano, dove Giacinto aveva appuntamento con Giovanna, la ragazza che sarebbe diventata mia madre. Il bello è che lì i miei litigarono -c'era un amico comune che faceva un po' il brillante con mamma - e papà, gelosissimo, tornando a Milano andò a finire in un fosso. Bolchi, la sua auto, non la rivide più", racconta Gianfelice a proposito di papà Giacinto. Tra i Capitani citati e raccontati ce n'è uno molto simile a Giacinto Facchetti: "Scirea. Di questa vicinanza tra mio padre e Scirea si accorse anche Gaetano Curreri, il cantante degli Stadio, che in piena Calciopoli, quando la rivalità tra Inter e Juve era degenerata in odio, compose la canzone Gaetano e Giacinto. Erano i figli prediletti di Enzo Bearzot. Mi disse che non riusciva ad andare a trovarli al cimitero. Per parlare con loro, saliva in montagna: a un passo dal cielo li sentiva vicini". Oggi le bandiere sono diventate banderuole, chiede il settimanale Oggi a Gianfelice. E lui risponde con un esempio: "Un esempio è Icardi. Dalla rappresentanza si passa alla rappresentazione: lui viene scelto non per il carisma, ma per una questione di marketing. Se bandiere come Zanetti torneranno a sventolare? Spero di sì. Con meno soldi, devi far funzionare di più la testa. Mi è piaciuto Thiago Motta, il tecnico del Bologna. Prima di scegliere il capitano, ha fatto circolare la fascia tra diversi giocatori: è un modo di far capire che non è solo un pezzo di cotone".


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