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Gasperini: “L’Inter? Esperienza durissima. Sembrava fosse arrivato uno scemo”

Inter-Atalanta, passa inevitabilmente per la sfida tra Gasperini e l'Inter

Riccardo Fusato

Inter-Atalanta, passa inevitabilmente per la sfida tra Gasperini e l'Inter. Il  mister licenziato da Moratti dopo 3 partite del campionato 2011-12, oggi è l’allenatore più glamour del campionato. Ecco le sue parole, rilasciate alla Gazzetta dello Sport: "Vendetta?  Ma no. Chi è felice non cerca vendette. Io all’Atalanta sono felice. Lasciai l'Inter con un erpes al labbro? Un’esperienza durissima. Critiche offensive, violente. Fiorello era un mio idolo, negli sketch mi faceva passare per un mezzo intossicato che non conosceva Pazzini e non capiva niente. Quello che avevo fatto prima non contava più. Sembrava che fosse arrivato uno scemo. Non avevo mai fatto un’amichevole con la squadra al completo e mi concessero solo 3 partite di campionato. Tre. Ho dovuto ricostruire da capo la mia credibilità. Ci sono riuscito al Genoa che ho portato in Europa. Partita chiave con l’Inter, uno spareggio: gol decisivo di Kucka a 2’ dal termine. Meraviglioso. Se incontro Moratti, glielo fa notare che il Barcellona mercoledì aveva la difesa a 3?  Anche Conte in questi anni qualcosa ha vinto con la difesa a 3. L’ha usata Guardiola e ora perfino l’Inter. Allora era un tabù pazzesco, anche per il Milan. Squadre prigioniere della propria storia. Che delusione per l’idea che avevo di Milano, città dinamica, all’avanguardia. Il calcio è sempre studio, ricerca, dopo 5 anni il nuovo è già vecchio.

Più problema di uomini o di tempo? Serviva alle spalle una proprietà convinta delle mie idee e pronta a difenderle. Se è vero che stavamo trattando Vidal e Nainggolan che non fu considerato da Inter? Basta. Fermiamoci qua. Inutile entrare nelle pieghe. Conta l’idea generale: ho sbagliato io ad andare in una società che non mi ha voluto con forza, che non mi considerava e che di conseguenza non poteva proteggermi. E’ un errore che non rifarò mai più. Io e l’Inter non c’entravamo nulla. Eravamo due filosofie agli antipodi.  Contro il Trabzonspor, poco prima dell’esonero, misi difesa a 4 e rombo? Per la prima e ultima volta in vita mia rinunciai alle mie idee. Sbagliai. Ci ho ripensato quando a inizio stagione, nel momento più critico, contro il Napoli, ho puntato sui giovani e sulle mie idee. Se devo morire, muoio con coerenza. Si può anche dire che quest’Atalanta è nata anche grazie all’esperienza negativa all’Inter. Tutto serve"

(Gazzetta dello Sport)

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