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Gravina: “Norvegia corazzata più forte del’Italia. Arrivati giocatori stremati. E il Mondiale per Club…”

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Le parole del presidente della Figc: "Si può vincere e perdere, ma bisogna capire come si perde: personalmente quel modo non lo accetto"
Marco Astori Redattore 

Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha parlato dal palco del Festival della Serie A. Queste le sue dichiarazioni sulla sconfitta della Nazionale con la Norvegia: "La partita di Oslo? Nell'ambito delle valutazioni tecniche dobbiamo riconoscere che la Norvegia ha avuto una crescita esponenziale e oggi sia una delle nazionali più forti in senso assoluto. Se è più forti di noi? Al momento lo è: si può anche perdere, il problema è capire come. In un momento così delicato per il nostro calcio, credo che un approccio diverso e che solleticava quel fuoco dentro avrebbe dato forse un epilogo diverso. Si può vincere e perdere, ma bisogna capire come si perde: personalmente quel modo non lo accetto. Lo spiego perché ci sono elementi soggettivi e oggettivi: il nostro è un campionato che ci ha consegnato stremati e che il mister ha visto un paio di giorni, 5-6 calciatori sono arrivati due giorni prima della partenza e capite che non puoi preparare una partita contro una corazzata con una concentrazione mentale di due mesi arrivando non preparati come meritava la partita.

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Io spero che l'importanza della partita fosse percepita, non fosse così andrebbe fatta un'analisi più approfondita: se nel frattempo perdi 8-9 giocatori sui quali hai lavorato con un progetto tecnico-sportivo di avvicinamento alle qualificazioni mondiali, per noi obiettivo straordinario che dobbiamo comunque centrare, se non è stata sentita come si doveva, bisogna fare un'analisi diversa. Caso Acerbi? Non credo abbia incrinato lo spogliatoio, ho parlato a lungo coi ragazzi e Spalletti, non c'è spaccatura: non c'è molta lucidità legata anche alla stanchezza fisica. Tanti campioni non hanno mai vissuto l'intensità di un calendario che tra qualche giorno ti porta al Mondiale per Club: è una novità, non c'è spazio tra una competizione e l'altro. La sommatoria tra questi elementi ha generato stanchezza fisica e quando non sei brillante non sei neanche molto lucido e comincia la preoccupazione.


C'è anche amarezza: pensiamo che l'ambiente la vive con distacco, ma non è così, c'è grande sofferenza. Io leggo le cose più stravaganti di chi non conosce nemmeno il regolamento: ho sentito commenti così negativi di gente che celebrava il funerale perché l'Italia è già eliminata. E' la prima di otto partite, qui non c'è lo scontro diretto nella classifica: giochiamo, poi avremmo la possibilità dei playoff. Noi dobbiamo andare al Mondiale, questo è il mio modo di affrontare i problemi: non piangersi addosso, le critiche così non fanno onore al mondo del calcio e non sono degne di un paese civile. Italia ancora senza Mondiale? Mi fa stare male e quindi non ci penso. È un progetto a cui credo, noi abbiamo investito tantissime energie: sento critiche da gente che chiede cosa abbiamo fatto. Guardate i risultati delle giovanili: sono storici.

Non voglio elogiare il nostro operato, ma è assurdo non valorizzare aspetti progettuali di un percorso cha ha portato alla prima vittoria storica dell’Under 17 in Europa, e a tanti altri risultati. Pensate davvero che, dopo aver abbandonato per ragioni anagrafiche grandissimi campioni, l’Italia potesse vivere di rendita sulla sua storia? No, la storia si costruisce: non si tramanda come fosse un’eredità. Dobbiamo guardare ad altre nazioni, l’Italia peraltro ha vinto per la prima volta il premio Burlaz (dedicato dalla UEFA alle federazioni con i migliori risultati giovanili, ndr): chi lo ha vinto, poi nel giro di cinque anni ha vinto Europei o Mondiali, unica eccezione l’Inghilterra che ha perso con noi in finale degli Europei. Vuol dire che la Nazionale del futuro la stiamo costruendo nel tempo. Poi ci dobbiamo assumere delle responsabilità, io per primo: dobbiamo accelerare.

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Andare avanti così? Assolutamente, come quasi il 99% dei delegati federali che mi ha dato fiducia mesi fa. Non vedo possibilità di mollare in un momento così delicato. Se dovessi immaginare ipotesi alternative possano dare un contributo innovativo e stravolgente lo farei, ma sono convinto del contrario: potrei generare un ulteriore danno. Abbiamo obiettivi, dobbiamo portare avanti il lavoro condiviso in particolare con la Serie A: erano anni che non avevamo modalità di dialogo e di collaborazione come in questo periodo, fondamentale per il sistema".