Rimettere in moto un motore che si è inceppato sul più bello non è semplice, soprattutto se il motore in questione ha subito un trauma importante. Ma è la sfida che Christian Chivu ha accettato senza esitazioni. Dopo l’addio con Simone Inzaghi, tocca all’ex difensore rumeno rimettere in carreggiata un’Inter stanca, mentalmente e fisicamente provata, e farle fare quantomeno un buon Mondiale per Club.


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Inter, con Chivu qualcosa sta cambiando: la novità principale e la missione del tecnico
"Riaccendere l’Inter è la missione di Chivu. E a giudicare dalla prima uscita col modesto Monterrey, non sarà un lavoro semplice né breve. Il gruppo è stanco, mentalmente e fisicamente e non è un mistero. Ma proprio per questo Chivu, al di là della frase diventata virale («Prima o poi qualche cavolata la fanno»…) ha dato alcuni piccoli input nuovi. Per riattivarne l’attenzione, per non guardarsi indietro verso il precipizio di Monaco, per restare dentro a questo strano Mondiale il più a lungo possibile e soprattutto per mettere le basi per la stagione che incombe", sottolinea il Corriere della Sera.
"Chivu si è presentato dopo appena tre allenamenti, con l’abito d’ordinanza inzaghiano — il 3-5-2 — ma lo ha personalizzato con un recupero palla più alto e delle marcature a uomo sulle transizioni messicane. Nella ripresa ha anche provato due soluzioni diverse per l’attacco, inaugurando anche il centrocampo a due (Sucic-Barella), senza cavarne un granché, ma dando l’idea di voler portare più creatività dalla trequarti in su. A costo, come si è visto, di abbassare Lautaro sulla trequarti, affiancandogli uno tra Mkhitaryan, che in quella zona giocava anni fa e poi Zalewski. Quanto a Thuram, subentrato a Seba Esposito, è in pessima forma ed è già out per un affaticamento ai flessori, mentre Pio Esposito può essere a disposizione sabato".
"La novità principale introdotta da Chivu è stata la marcatura a zona sui corner, ed è naufragata per l’abilità di Sergio Ramos di liberarsi di Acerbi. Più di Sucic, propositivo ma ancora macchinoso, a ravvivare la prima uscita della nuova Inter è stato l’ingresso di Luis Henrique: il brasiliano pagato 24 milioni dal Marsiglia, ha già fatto un po’ di vacanza e non è al top della condizione, ma ha dimostrato di poter saltare l’uomo e di velocizzare a destra. Forse non solo come alternativa alla potenza di Dumfries".
"In tutto questo c’è anche la novità di un tecnico meno diplomatico di Inzaghi. Chivu a Pasadena ha sottolineato «la poca fame e i diversi errori» della sua squadra, senza nascondersi dietro frasi di circostanza o alibi. Il motore dell’Inter lui l’ha riacceso e contro Urawa Reds e River Plate nel fresco di Seattle deve provare a tutti i costi a passare il turno. Ma la spia della benzina può accendersi sempre, da un momento all’altro".
(Corriere della Sera)
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