Al 26 febbraio siamo in grado infine di pronunciare qualche sentenza in merito al mercato estivo e non solo. Partiamo da Josep Martinez, buttato in campo nel momento clou della stagione a causa dello stop di Sommer, ha mostrato quello che si chiede al portiere di una big come l'Inter: affidabilità. Lasciamo quindi il giudizio in sospeso verso Napoli e Feyenoord, ma l'inizio, con tre clean sheet su tre partite giocate, non è assolutamente male. Il Meazza è tornato a rumoreggiare su Kristjan Asllani. Il classe 2002 non è riuscito nemmeno stavolta a convincere Simone Inzaghi e i tifosi nerazzurri: il taglio di Dia alle sue spalle, molto simile a quello di Miretti contro il Genoa miracolosamente recuperato da Acerbi, rende proprio l'idea di come Asllani non riesca a garantire, senza palla, quel lavoro che richiede il ruolo di regista nell'Inter. E anche quella paura di non forzare la giocata in verticale, cercando sempre e solo la giocata più semplice, punzecchiata appunto dal Meazza entrambe le volte, non gioca a suo favore: quest'anno le chance ci sono state, ma forse il peso della maglia lo sente davvero troppo.

Piotr Zielinski, invece, è ormai pronto: capiamo quanto Mkhitaryan sia importante nel modo di giocare di Simone Inzaghi, ma è ormai evidente come l'armeno sia in riserva e che l'ex Napoli debba prenderne il posto. Aumentano infatti le buone prestazioni e la confidenza che Zielinski ha con i compagni e con il gioco dell'Inter: basta tergiversare. E l'ultima riguarda la bocciatura che sembra ormai definitiva per Mehdi Taremi, forse l'uomo più atteso: contro la Lazio l'iraniano (che a detta di Inzaghi convive con un problema fisico) è probabilmente riuscito a far ancora peggio rispetto a quanto mostrato finora, non combinando praticamente nulla di buono. Solo palloni e contrasti persi, nessuna fame di incidere: come detto prima, almeno Arnautovic e Correa hanno dimostrato di voler provare ad essere importanti. Mentre negli occhi e nel linguaggio del corpo di Taremi si percepisce tutt'altro: un vero peccato, con San Siro che gli ha definitivamente voltato le spalle dopo l'ennesima occasione strapersa.
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