Petar Sucic comincia a far parlare di sé. Il giovane centrocampista croato, nuovo innesto del centrocampo nerazzurro, ha alzato i giri del motore e ha finalmente mostrato il suo potenziale al Mondiale per Club. Contro il River Plate, Sucic ha disputato 28 minuti di ottima qualità, entrando dalla panchina con determinazione e lasciando un segno evidente in una partita ad alta intensità, anche dal punto di vista fisico.


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"Alla terza occasione Sucic ha risposto presente, lasciando intravedere ottime prospettive in vista della prossima stagione. Senza dimenticare che ha solo 21 anni e dunque grandi margini di miglioramento ulteriore, il centrocampista classe 2003 può davvero diventare quel giocatore in mezzo al campo che all’Inter mancava ormai da un po’. Ha stupito la sua duttilità, la sua abilità nel mescolare qualità tecniche ad abilità fisiche per offrire a Chivu diverse possibilità in termini di gioco, impostazione e sortite offensive", sottolinea il Corriere dello Sport.
"Al momento del suo arrivo in molti hanno ricordato l’esperienza del suo connazionale Brozovic, ma l’accostamento più azzeccato è quello con un altro croato, ossia Mateo Kovacic. Sucic è in grado di cambiare passo e andare via in dribbling, come ha dimostrato sia con l’assist a Pio Esposito che ha spezzato la resistenza del River Plate sia con l’imbeccata in favore di Mkhitaryan. Questa fase non può che essere di apprendimento, il calcio italiano servirà a farlo crescere ulteriormente, ma certi lampi lasciano ben sperare per il futuro del centrocampo interista. Adesso che ha rotto il ghiaccio Chivu si aspetta conferme dal croato, che può dare il suo contributo sia in fase di proposizione sia in fase di rottura, adeguandosi all’andamento del match".
(Corriere dello Sport)
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