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Inter, preparazione breve ma intensa: ultima settimana lascia pensare una cosa. Diouf? Chivu…

Gianni Pampinella
Gianni Pampinella Redattore 
L’avvio di campionato dell’Inter non concede respiro e l'ultima settimana di preparazione lascia pensare una cosa

L’avvio di campionato dell’Inter non concede respiro: Torino e Udinese a San Siro, poi, dopo la pausa per le nazionali, la trasferta sul campo della Juventus. Come sottolinea il Corriere della Sera, nessuna delle pretendenti al titolo ha un calendario così impegnativo nelle prime settimane. "Ma per capire se davvero le ferite di Monaco inferte dal Psg sono già rimarginate, la terapia d’urto è la più utile per questa Inter. In 8 partite sotto la gestione Chivu (4 negli States e 4 amichevoli) i nerazzurri sono andati in svantaggio 6 volte. La reazione insomma c’è stata quasi sempre, ma il fatto di dover prendere uno schiaffo per rimettersi in moto ha lasciato l’idea di una squadra prima tormentata dai fantasmi della finale di Champions e poi intorpidita da una preparazione più breve del normale e anche per questo molto più intensa".

"E l’ultima settimana di scarico in vista del Torino lascia pensare a un’Inter già pronta a lasciare il segno, anche se non ancora brillante e completa Per ammirare la squadra «ibrida e imprevedibile» invocata dall’allenatore però ci vorrà tempo e forse qualche altro innesto e altre partenze. Il club ha chiuso per Andy Diouf del Lens. Per Chivu è il perno su cui costruire l’equilibrio del nuovo 3-4-2-1. Varare le riforme con il giovane francese di 22 anni però è diverso che farlo con giocatori che conoscono bene il nostro campionato".

"Nell’attesa è fondamentale inserire non solo Bonny ed Esposito, ma anche Sucic e Luis Henrique, senza disperdere i meccanismi inzaghiani. Finora si è visto un utilizzo minore della costruzione dal basso e delle sortite dei centrali difensivi, due strumenti decisivi per compensare la presenza di solo due attaccanti. Prima di lasciare la vecchia strada del 3-5-2, la priorità per rassicurare un ambiente scosso da una grande stagione senza lo straccio di un trofeo, è quella di fare il pieno di punti. E di certezze. Vecchie o nuove, ora non fa differenza".

(Corriere della Sera)