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GdS – Fame, esperienza e varietà tattica: ecco perché l’Inter è favorita col Psg

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Ieri il verdetto dalla seconda semifinale: i francesi hanno battuto anche al ritorno l'Arsenal e si sono aggiudicati l'ultima partita contro i nerazzurri
Andrea Della Sala Redattore 

L'Inter affronterà il Psg in finale di Champions a Monaco il 31 maggio. Ieri il verdetto dalla seconda semifinale: i francesi hanno battuto anche al ritorno l'Arsenal e si sono aggiudicati l'ultima partita contro i nerazzurri.

"Da tempo non c’era un’italiana favorita in finale. L’ultima è stata l’Inter del triplete e di Mou, ostentatamente sicura di prendersi la coppa con il Bayern. La Juve era invece l’outsider contro due mostri epocali: il Barça di Messi nel 2015, il Madrid di Ronaldo due anni dopo. I bianconeri di Allegri s’inchinarono alle due più forti tra gli applausi, come l’Inter di Inzaghi due anni fa a Istanbul: il City esibiva l’aura degli insuperabili, ma sfiorò il pari. Quella notte è nata un’altra Inter, la sconfitta sapeva di successo. Lo scenario di Monaco è all’opposto. Il ruolo di sfidante spetta al Paris Sg che, a 180’ dalla fine del gruppo, sembrava fuori. Non è detto che sia un bene, le aspettative appesantiscono la maglia, però da tempo chi si presenta da forte poi vince, escluso forse il Chelsea contro il City nel 2021", scrive La Gazzetta dello Sport.


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"L’Inter ha una consapevolezza che discende da due finali in tre anni con, più o meno, la stessa squadra. Il Psg invece è nuovo e sorprendente: s’è liberato di Mbappé e ha una freschezza mentale combinata con le strategie di Luis Enrique tornato ai livelli strategici del suo Barça. Sarebbe stato meglio l’Arsenal, più prevedibile. Invece il Psg è un piccolo Barça, il più simile: meno prepotente in attacco, però molto più concreto in difesa. In contropiede sa partire in massa meglio dell’Inter, dietro lascia più spazi dei nerazzurri. Non ha un 9 vero, gioca con uno “finto” quale Doué o Dembélé, superiori a Ferran. L’Impressione è che abbia più fantasia e meno carattere dell’Inter. Potrebbe dare più libertà a Calha. Ha un portiere sovrumano come Donnarumma. Non ha Yamal in attacco e Pedri in mezzo, ma la qualità media è più alta ed equilibrata tra reparti. Il Psg è meno stanco e difende in undici. Con l’Arsenal non ha incantato. Sarà una sfida molto più tattica".

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"Da Inter-Barça, però, Inzaghi può trarre suggerimenti vitali. Hanno vinto quelli che hanno più varietà contro chi ha un po’ meno umiltà. È questo il tema del futuro in un calcio in continua evoluzione. Nessuno attacca come il Barça e nessuno ha la stessa combinazione di classe e fantasia. Però il Barça è giovane e non sa giocare con due sistemi come invece quello di Messi o, di recente, il Real Madrid che ha dietro uno come Rudiger. L’Inter è la squadra con meno squilibri tra la strategia offensiva e quella difensiva: in contropiede è la più forte d’Europa con il Psg , ma quando il rivale è adatto può modulare una fase offensiva collettiva come pochi. Quindi non è mai facile affrontarla perché non sai che Inter ti troverai. O non vuoi vederlo: Flick, sul tema, ha perseverato diabolicamente. Purtroppo per Inzaghi, Luis Enrique conosce più tempi di gioco di Flick e non assalterà all’arma bianca", aggiunge Gazzetta.