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Il carico da novanta che l’Inter si appresta a piazzare sulla linea offensiva, con il passaggio al tridente voluto da Cristian Chivu, non impatterà solo sull’attacco, ma stravolgerà gli equilibri dell’intera squadra. In particolare, sarà il centrocampo a doversi adattare a una struttura tattica più sbilanciata in avanti e, per questo ci sarà bisogno di maggiore fisicità e polmoni.
"Il ciclo di Simone Inzaghi in materia è stato caratterizzato dal trio degli intoccabili - con Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan -, ma d’ora in poi saranno richiesti sacrificio, corsa e protezione per non sguarnire la difesa. Sarà anche una questione di atteggiamento e spirito di squadra, non soltanto perché dal punto di vista tattico la mediana perderà un uomo rispetto al passato e si giocherà con due pedine".
"A prescindere dal modulo un elemento a cui non si può rinunciare sarà il vice capitano Barella. Una questione importante è rappresentata dal caso Calhanoglu, che sulla carta è titolare, ma bisogna valutare la sua situazione. In caso di permanenza, il turco dovrà essere al meglio dal punto di vista fisico per svolgere le nuove mansioni rispetto alla vecchia gestione dove ha sempre avuto due mezzali a scortarlo. Stavolta gli sarà chiesto di fare anche l’incontrista quando necessario".
"La vera alternativa l’Inter l’ha pescata dal mercato tesserando il croato Sucic, che a centrocampo rappresenta il futuro. Oltre ad avere le capacità per ricoprire quel ruolo, possiede anche le qualità per aggiungere qualcosa in più alla manovra e non fare soltanto da filtro. Chivu ha sempre voluto dai suoi centrocampisti il sacrificio per schermare la retroguardia. Scorrendo la rosa interista torneranno utili anche Frattesi, Mkhitaryan e Zielinski che porteranno caratteristiche utili per cucire il gioco e proporsi offensivamente".
(Corriere dello Sport)
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