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Vernazza (GdS): “Inter regina, con la Roma ha ricordato la miglior Lazio inzaghiana”

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Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Sebastiano Vernazza, giornalista, ha analizzato così la vittoria dell'Inter sulla Roma

Matteo Pifferi

Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Sebastiano Vernazza, giornalista, ha analizzato così la vittoria dell'Inter sulla Roma:

"La Roma come unità di misura. Il lunedì di Pasqua, sei giorni fa, il Napoli l’ha sofferta e si è dovuto accontentare di un pareggio. Ieri l’Inter l’ha dominata per ampi tratti e l’ha battuta senza concederle un’attenuante generica o arbitrale. La Roma non perdeva da 12 giornate e nelle ultime settimane aveva l’aria di una squadra risolta, con un’idea chiara di gioco, niente di rivoluzionario, anzi qualcosa di antico, però efficace. L’Inter l’ha spazzata via con un calcio bello e essenziale nello stesso tempo".

"Simone Inzaghi ha lavorato per sottrazione, per esempio ha sfrondato la costruzione dal basso, l’ha resa meno barocca e orizzontale, come dimostra l’1-0 di ieri: Handanovic ha avviato l’azione, però lo sviluppo è stato sempre verso l’alto, mai di lato. Più in generale l’Inter ha lasciato il possesso palla alla Roma, ma la Roma dal suo 55,5 per cento di controllo del pallone non ha ricavato quasi nulla. I gol di Dumfries e Brozovic sono arrivati per verticalità voluta, ricercata e rapida. C’è da interrogarsi sul perché l’Inter sia sparita per due mesi, tra febbraio e marzo, e sul perché oggi imponga di nuovo agli altri la manifesta superiorità dell’autunno. Black-out e riaccensione. Quarta vittoria di fila in campionato, lo spegnimento di fine inverno è alle spalle, l’Inter è ripartita. Se non si fosse fermata, non ci arrovelleremmo sulla classifica, lo scudetto sarebbe già assegnato, ma una prestazione del genere, quattro giorni dopo il 3-0 al Milan in Coppa Italia, equivale a un rilancio potente, forse non pareggiabile, nell’asta per il titolo. Il come colpisce più del cosa e chissà, forse è vero che per trovare se stessi bisogna perdersi. Sembra quasi che Inzaghi si sia preso un sabbatico di qualche settimana per recidere il cordone ombelicale con le stagioni contiane e virare con decisione sulle proprie convinzioni. In alcune azioni tagliate e cucite su misura, con esattezza di movimenti e di passaggi, l’Inter di ieri ha ricordato la miglior Lazio inzaghiana. Il gioco ha contato quanto e più dei giocatori, e poiché nell’Inter abbondano i giocatori forti, qualcuno fortissimo, la conclusione è ovvia: il campionato ha di nuovo una regina. Difficile accertare quanto la Roma sia stata complice, con la sua strategia dell’attesa, con un palleggio senza aculei, di certo José Mourinho è entrato ancora di più nei cuori degli interisti: tre partite in stagione contro la sua vecchia squadra, Coppa Italia inclusa, e tre sconfitte, per 3-0, 2-0 e 3-1, un gol segnato e otto subiti. L’Inter è l’unica avversaria italiana, tra quelle affrontate più di una volta, contro cui Mourinho abbia sempre perso, un dettaglio che cela qualcosa di freudiano".

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