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Inter straripante anche con il turnover. E Lautaro fa 101: nel mirino Higuain e Immobile

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L'analisi del noto giornalista Franco Vanni dopo la vittoria dell'Inter per 4-0 a Lecce: dominio assoluto dei nerazzurri di Inzaghi
Alessandro Cosattini Redattore 

L'analisi del noto giornalista Franco Vanni dopo la vittoria dell'Inter per 4-0 a Lecce. Sulle colonne di Repubblica, ecco il racconto di quanto accaduto ieri al Via del Mare, dove la squadra di Inzaghi ha dominato dall'inizio alla fine. "L’impressione è che l’Inter giochi in casa ovunque ci sia un campo da calcio. Dieci vittorie su dieci partite nel 2024, con ventisei gol segnati e quattro incassati. Nove punti in più della Juve e tredici più del Milan, con una gara giocata in meno. Battendo 4-0 un Lecce ben schierato nel primo tempo, ma annichilito nel secondo, la squadra nerazzurra si è confermata una macchina perfetta, nella costruzione e nella messa a punto, che risponde con precisione micrometrica a ogni comando di Simone Inzaghi. Anche con sette titolari diversi rispetto alla gara di Champions di martedì scorso, più per esigenze d’infermeria che per scelta: Sommer influenzato, Thuram fermo per problemi muscolari, Acerbi ancora in recupero e Çalhanoglu alle prese con un indolenzimento, da valutare. Potrebbe stare fuori una settimana.

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Assenze e calendario

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«Avere sei assenti non è facile, ma vedere gol che partono da Asllani, Bisseck o Audero, che stanno giocando meno, è una grande soddisfazione », ha detto a cose fatte detto l’allenatore. Meritano complimenti tutti i giocatori, è vero, ma di più di capitan Lautaro, che con la doppietta salentina vola a quota 101 reti in Serie A da quando è all’Inter. In questo campionato ne ha già segnati 22 in 23 partite e con due soli rigori. Una media che gli consente di sognare di eguagliare il record di 36 di Higuain e Immobile. «Ci proverò», dice il Toro. Ma da capitano, è all’Inter che pensa: «Stiamo giocando un grande calcio. Con la finale di Champions siamo maturati tanto, ma dobbiamo continuare. Non è finita, non abbiamo ancora niente in mano». Mercoledì a San Siro arriverà l’Atalanta, nel recupero della gara rinviata a gennaio causa Supercoppa. «Non sarà un match point scudetto, dobbiamo essere concentrati anche quando dormiamo», ha messo in guardia Inzaghi, ripetendo il mantra del girone di ritorno interista.


Lunedì prossimo a Milano sarà il turno del Genoa, poi la capolista della Serie A volerà a Madrid per il ritorno degli ottavi di Champions con l’Atletico, dopo la vittoria per 1-0 a San Siro. Per i salentini, scivolati al quattordicesimo posto, l’obbligo è fare punti nelle prossime tre con Frosinone, Verona e Salernitana. Prospettive diverse, frutto di una distanza che in campo si è vista tutta.

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Turnover Inter

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Al via il tecnico interista ha inserito Bisseck in difesa, Asllani a centrocampo e Sanchez come seconda punta. Una rivoluzione che ha avuto compre primo effetto una super responsabilità per Lautaro, a cui è toccato cucire il gioco, dare la carica, e dopo quindici minuti segnare il primo gol. Decisiva la bella imbucata di Asllani, almeno quanto gli errori della difesa, punto debole di un Lecce che D’Aversa avrebbe voluto proiettato in avanti, ma a cui per un tempo è mancata precisione. E nella ripresa c’è stata solo l’Inter. Al raddoppio di Frattesi, servito da Sanchez, è seguito due minuti dopo il gol dello 0-3 segnato di nuovo da Lautaro, su assist del centrocampista romano. A chiudere una partita già chiusissima ha pensato De Vrij, di testa, su corner di Dimarco.

Nel finale Inzaghi ha potuto fare riposare capitan Martinez, Mkhitaryan, Dimarco. Ha dato spazio a Klaassen e Buchanan. Qualche minuto lo ha regalato al nigeriano Ebenezer Akinsanmiro, centrocampista diciannovenne della primavera. Nella storia di questa stagione ora c’è anche il suo nome", si legge.

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