Perché quando si superano certi limiti, non ha neppure molto senso doversi abbassare a spiegare. Meglio concentrarsi su ciò che è importante come ad esempio l’Atalanta.
La gara di domenica ci dirà molto di questa lotta scudetto entusiasmante. Ma prima ancora di arrivare alla sfida credo sia giusto fermarsi un istante e mettere a fuoco dei punti cardine. Arrivare a marzo in corsa su tutto non è da tutti, soprattutto se a farlo di fatto è una società con le ultime 3 sessioni di mercato concluse a impatto zero. Con l’ultima sessione praticamente inesistente.
In mezzo a mille difficoltà la squadra sta lottando su tutti i fronti.
Non vuol dire che si arriverà in fondo a tutto, magari non si porterà a casa nulla, questo lo vedremo ma c’è da essere orgogliosi del percorso fatto. Perché se all’estero tutti parlano bene dell’Inter, di come gioca, di come sia un’avversaria profondamente temibile, c’è da esserne orgogliosi.
Che all’estero l’Inter abbia questa dimensione non è cosa di poco conto anzi. Ancor di più rimarca la differenza con la solita cattiveria italiota di presunti super partes della domenica che continuano nella propria battaglia personale nascosta dietro i vessilli di un’imparzialità a cui non crede nessuno.
Certo che vincere o non farlo fa tutta la differenza del mondo, è talmente lapalissiano che sarebbe strumentale scindere le cose, ma il percorso di squadra e club non deve e non può essere ridimensionato. Non si può passare dalla polvere all’altare in base a ciò che si porterà a casa. Perché il cammino fatto in anni di difficoltà economiche rilevanti è enorme.
Nessuno si è mai tirato indietro, nessuno si è mai nascosto. Nessun giocatore in questi anni ha marcato visita, mancando di professionalità. Non abbiamo mai sentito di giocatori dell’Inter pizzicati nella movida milanese. Ciò che ha contraddistinto questa squadra è lo spirito di gruppo, l’unità d’intenti dimostrata partita dopo partita. Nelle vittoria ma soprattutto nelle difficoltà.
L'Inter gioca sempre, ogni tre giorni spesso e volentieri in emergenza e questo non può essere dimenticato. Non c’è scelta, non c’è una competizione preferita ad altre e già questo è un grande salto di qualità e di mentalità. Si lotta senza tregua su tutti i fronti come nessun altro. Teniamolo a mente sempre, almeno noi.
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